Quando gli agenti sono entrati nella stanza al piano superiore dell'appartamento di piazza Virgiliana 7, hanno trovato l'imprenditore 62enne riverso a terra, in una pozza di sangue. Secondo quanto raccontato dalla moglie e dai suoceri che erano presenti in casa al momento dell'omicidio, e secondo quanto ricostruito dalla polizia, Nicola Vignali avrebbe prima colpito il padre con un coltello, presumibilmente da cucina, e poi avrebbe afferrato una statuetta con cui lo avrebbe colpito ripetutamente e con violenza sulla testa.
Un violento attacco d'ira che era stato preceduto, nel pomeriggio, da un litigio con i nonni materni. Subito dopo il parricidio, Nicola Vignali è scappato sulla sua Smart grigia, lasciando madre e nonni sotto choc. Avrebbe girato di notte nella zona del lago di Garda, in stato confusionale, finché questa mattina si è presentato al Pronto soccorso di Borgo Trento, a Verona, a meno di 50 km da Mantova, dove è stato fermato dalla polizia. Gli agenti, attraverso un'accurata attività investigativa, avevano saputo che l'omicida era nei pressi di Verona, città in cui aveva studiato, e quindi erano già sulle sue tracce. Vignali è giunto al pronto soccorso a piedi; l'auto usata per la fuga è stata ritrovata parcheggiata nelle vicinanze del nosocomio.
Il 37enne è stato prelevato dagli agenti delle Volanti e della Squadra mobile scaligera e portato in Questura dove, dopo gli accertamenti di rito, è stato sottoposto a fermo.
Nicola Vignali era tornato da qualche giorno a Mantova dal Brasile, dove è sposato con una brasiliana e ha due figli. In passato - secondo quanto reso noto dalla polizia - Nicola ha sofferto di problemi a livello psichico, tanto da essere stato in cura al Cps (Centri Psico Sociali).
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