Orrore a Roma, uccide la moglie al bar: «Mi voleva lasciare»

Orrore a Roma, uccide la moglie al bar: «Mi voleva lasciare»
di Marco De Risi e Maria Lombardi
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Giovedì 21 Aprile 2016, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 21:10

ROMA - Entra in un bar, punta la pistola contro la moglie e spara. Quattro colpi, Assunta Finizio cade a terra, il sangue bagna il petto e le mattonelle bianche del locale, per lei non c'è niente da fare. Lui fugge ma gli agenti delle volanti lo fermano subito mentre sta per salire su un autobus. «L'ho ammazzata perché mi voleva lasciare. L'ho tradita. Mi ha cacciato da casa e non ci ho capito più nulla», piange in questura Augusto Nuccetelli, fabbro, stessa età della moglie, e si copre il volto con le mani. Mentre il figlio di 17 anni è davanti al bar dove la madre è stata uccisa, si guarda intorno smarrito, in una serata qualsiasi ha perso tutto, a casa non c'è più nessuno che l'aspetta. «Ditemi che è successo, cosa hanno fatto a mia madre. Di lui non mi importa niente, voglio sapere...», si dispera.

SEGUITA NEL LOCALE
Le 19,30, in via di Lunghezza, alla periferia est di Roma. Al civico 38 c'è un bar con i videopoker. Assunta Finizio, 51 anni di origine napoletana come il marito, ha parcheggiato la sua vecchia 500, un modello anni Sessanta da poco verniciata color viola, davanti al bar ed è entrata. Probabilmente il marito l'ha seguita. Lei è dentro, vicino al bancone, sta per chiedere una consumazione. Non fa in tempo a parlare e a girare gli occhi verso l'uomo che le punta la pistola e viene colpita. Gli spari ravvicinati rimbombano nel bar, qualcuno scappa via spaventato. Il marito ha in mano una 44 Magnun, si dovrà chiarire come mai possedesse quell'arma o come se la fosse procurata. Assunta muore poco dopo, le pallottole l'hanno raggiunta all'addome.

L'ARRESTO
Augusto scappa butta via la pistola su un prato lì vicino e si allontana velocemente dal luogo del delitto. Si dirige verso una fermata del bus, la sua intenzione è quella di salire sul primo mezzo che passa e far perdere così le sue tracce. Non ci riesce, gli agenti delle volanti che intervengono immediatamente lo raggiungono, è solo a duecento metro dal bar e lo bloccano. Augusto indica il punto in cui ha buttato via l'arma, è un prato che sta lì accanto. Gli agenti la trovano subito. Poi l'uomo viene portato in questura e spiega perché l'ha fatto.
La moglie aveva scoperto una sua relazione, lo aveva sorpreso da poco con un'altra donna e lo voleva lasciare. Liti, pianti e poi la fermezza di lei. «Vattene, non ci devi più stare in questa casa, non ti voglio più vedere», la rabbia della donna ferita. Di Augusto non voleva saperne più niente. E lui ha perso la testa: «Non sapevo dove andare, non ho capito più niente. Che ho fatto?», si dispera Augusto. Dopo l'intervento delle volanti che ha permesso la cattura del marito, le indagini sono passate alla squadra mobile diretta da Luigi Silipo.

La coppia viveva a Corcolle, a dieci minuti di macchina da via di Lunghezza. Assunta era la seconda moglie di Augusto, dal primo matrimonio lui aveva avuto due figli che sono ormai grandi. Il figlio avuto con Assunta ha 17 anni e consola la nonna davanti al bar dell'omicidio. La madre di Assunta non regge al dolore e si sente male, arriva un'ambulanza a soccorrerla. «Era una bella figliola», piange, «che fine ha fatto.... Era così bella, mia figlia, e quello me l'ha uccisa».

Le indagini della squadra mobile dovranno adesso accertare la provenienza della pistola usata dal marito. Era un'arma detenuta legalmente o lui se l'è procurata in qualche altro modo nei giorni precedenti l'omicidio. E andrà anche verificata la confessione del marito.