Truffa porto Molfetta, la denuncia dei pescatori: le bombe bruciano le nostre reti

Truffa porto Molfetta, la denuncia dei pescatori: le bombe bruciano le nostre reti
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Mercoledì 9 Ottobre 2013, 17:28
Nell'area interessata dai lavori di dragaggio del nuovo porto di Molfetta, sequestrata luned scorso dalla magistratura perch al centro di una maxi frode da 150 milioni di euro negli anni scorsi si pescavano anche i cavallucci marini che vivevano tra le piante di Posidonia. Ora in quella zona - secondo i racconti di alcuni pescatori allegati agli atti dell'indagine in cui è indagato l'ex sindaco Antonio Azzollini, ora presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama - non c'è più nè vita animale nè vegetale, anche a causa della presenza di decine di migliaia di proiettili, bombe e fusti contenenti cianuro, iprite, acido clorosolfonico, fosforo e fosgene.



Proprio gli ordigni a caricamento chimico - secondo gli accertamenti - sono corrosi dai 60 anni di permanenza in mare e, in molti casi, il lamierino residuo del contenitore si è ridotto a pochi millimetri di spessore. In altri casi, invece, il contenuto è già a contatto con l'ambiente e ha distrutto anche le reti della marineria. Sono i pescatori di Molfetta, tra giugno e settembre del 2010, a raccontare alla Guardia di finanza i risultati delle loro uscite in mare. Spiega un pescatore con 15 anni di esperienza: «La situazione è precipitata da quando è iniziato il lavoro del porto...essendoci proprio lì la Posidonia si pescavano anche i cavallucci marini. Ora invece non c'è più nulla. Solo fango. Non c'è più vita nè vegetale nè animale».



Le mareggiate - aggiunge il pescatore - «sono una maledizione che ci fa rischiare durante la navigazione in uscita ed entrata dal porto e danneggia le barche agli ormeggi. Ho notato durante il mese di giugno scorso polpi morti, pesce di scoglio con ustioni. Ho anche potuto notare le reti che si bruciavano e siamo stati costretti a buttare tutto in mare, compreso il pescato. Al largo si sente un cattivo odore che ricorda quello della feccia dell'olio o dei frantoi e se uno si bagna le labbra sente un gusto amaro. Il mare a volte in superficie presenta strisce di bollicine scure, soprattutto l'estate». «A me - aggiunge - è capitato di sentirmi male durante una battuta di pesca e di ricorrere al pronto soccorso di Molfetta dove sono addirittura svenuto». Altri pescatori hanno raccontato di aver avvertito, durante le battute di pesca, un forte bruciore agli occhi: «Dopo un'ora gli occhi si gonfiano. Se tocchiamo le reti, le mani di riempiono di vesciche e se ci pungiamo o ci raschiamo sentiamo prima un prurito forte, poi bruciore e dolore molto intensi». Le indagini della procura di Trani hanno accertato che il dragaggio dei fondali è stato fatto senza che venisse prima bonificata compiutamente la zona dagli ordigni a caricamento chimico. Da qui il continuo sollevamento dal fondale di dragaggio di «cavi fumanti a causa della presenza di materiale incendiario che creava preoccupazione soprattutto per i danni che poteva arrecare ai pescatori della zona in fase di transito o di pesca». Proiettili e ordigni sono stati trovati anche nella colmata del porto trasformata - secondo la procura - in una discarica abusiva pericolosa per la salute umana.
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