Proprio gli ordigni a caricamento chimico - secondo gli accertamenti - sono corrosi dai 60 anni di permanenza in mare e, in molti casi, il lamierino residuo del contenitore si è ridotto a pochi millimetri di spessore. In altri casi, invece, il contenuto è già a contatto con l'ambiente e ha distrutto anche le reti della marineria. Sono i pescatori di Molfetta, tra giugno e settembre del 2010, a raccontare alla Guardia di finanza i risultati delle loro uscite in mare. Spiega un pescatore con 15 anni di esperienza: «La situazione è precipitata da quando è iniziato il lavoro del porto...essendoci proprio lì la Posidonia si pescavano anche i cavallucci marini. Ora invece non c'è più nulla. Solo fango. Non c'è più vita nè vegetale nè animale».
Le mareggiate - aggiunge il pescatore - «sono una maledizione che ci fa rischiare durante la navigazione in uscita ed entrata dal porto e danneggia le barche agli ormeggi. Ho notato durante il mese di giugno scorso polpi morti, pesce di scoglio con ustioni. Ho anche potuto notare le reti che si bruciavano e siamo stati costretti a buttare tutto in mare, compreso il pescato. Al largo si sente un cattivo odore che ricorda quello della feccia dell'olio o dei frantoi e se uno si bagna le labbra sente un gusto amaro. Il mare a volte in superficie presenta strisce di bollicine scure, soprattutto l'estate». «A me - aggiunge - è capitato di sentirmi male durante una battuta di pesca e di ricorrere al pronto soccorso di Molfetta dove sono addirittura svenuto». Altri pescatori hanno raccontato di aver avvertito, durante le battute di pesca, un forte bruciore agli occhi: «Dopo un'ora gli occhi si gonfiano. Se tocchiamo le reti, le mani di riempiono di vesciche e se ci pungiamo o ci raschiamo sentiamo prima un prurito forte, poi bruciore e dolore molto intensi». Le indagini della procura di Trani hanno accertato che il dragaggio dei fondali è stato fatto senza che venisse prima bonificata compiutamente la zona dagli ordigni a caricamento chimico. Da qui il continuo sollevamento dal fondale di dragaggio di «cavi fumanti a causa della presenza di materiale incendiario che creava preoccupazione soprattutto per i danni che poteva arrecare ai pescatori della zona in fase di transito o di pesca». Proiettili e ordigni sono stati trovati anche nella colmata del porto trasformata - secondo la procura - in una discarica abusiva pericolosa per la salute umana.
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