Tragedia al porto di Genova, ok alla vedova del militare per l'adozione di una bimba

Marco De Candussio
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Martedì 14 Giugno 2016, 22:06 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 17:48
Volevano adottare quella bambina che crescevano da quando aveva otto mesi. Le era stata 'consegnatà in affidamento. Poi lui è morto, ma la volontà di realizzare quel sogno è andata avanti e il tribunale dei minori di Genova ha deciso che la vedova e il deceduto ottenessero l'adozione.

«È il primo caso in Italia», spiega l'avvocato Andrea Divano. I protagonisti di questa storia sono Paola De Carli, 40 anni, e Marco De Candussio. Lui è un sottufficiale della Marina militare morto nel crollo della Torre Piloti del porto di Genova il 7 maggio del 2013, quando il cargo Jolly Nero in manovra urtò la Torre abbattendolo e causando 9 morti. Quattordici mesi dopo quell'incidente, nel luglio del 2014, il tribunale dei minori ha deciso per l'adozione della piccola da parte della vedova. La coppia, originaria di Savignano sul Rubicone (Forlì), aveva già un figlio. Paola e Marco avevano in affidamento la piccola dal 2007.

La storia è emersa oggi in tribunale a Genova, durante una udienza per il processo del crollo della Torre Piloti in cui sono indagati il comandante della Jolly Nero Roberto Paoloni, il pilota Antonio Anfossi, il primo ufficiale Lorenzo Repetto, il direttore di macchina Franco Giammoro, il comandante d'armamento della compagnia Messina Giampaolo Olmetti, accusati di omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo di costruzioni; e il terzo ufficiale Cristina Vaccaro che deve rispondere di falso per aver controfirmato alcuni documenti in cui si sosteneva che tutti gli apparati erano in regola, mentre da una perizia non è risultato così. Imputata anche la Compagnia Messina, per responsabilità amministrativa.

«È un caso - spiega l'avvocato Divano - unico, il primo in Italia in Italia». I giudici dei minori si sono basati «sull'articolo 25 della legge 184/83 che al comma IV prevede in caso di morte o di sopravvenuta incapacità di uno dei coniugi affidatari l'adozione può essere ugualmente disposta a istanza dell'altro coniuge nei confronti di entrambi. 'E la norma - dicono i giudici - deve essere interpretata sulla base del principio ispiratore di quella legge e cioè l'interesse del minore all'adozione. In questo caso tale interesse sussiste senza alcun dubbio. La bimba è perfettamente inserita nel nucleo familiare di cui si sente parte a tutti gli effettì ». Paola De Carli aveva chiesto al tribunale dei minori di Genova di poter adottare la bambina «in capo a lei e al marito deceduto, tenuto conto della volontà di quest'ultimo dimostrata continuativamente in un lungo arco di anni».

Il tribunale ha accolto la sua richiesta.
La bambina ha ottenuto il riconoscimento di poter portare il cognome De Candussio. Paola De Carli che ha deposto al processo come testimone ha ricordato: «Marco voleva che l'adottassimo. Ce l'avevano affidata quando aveva appena 8 mesi. Poi col passare del tempo avevamo manifestato l'intenzione di adottarla e ci davano sempre buone speranze. Fino all'estate 2014 con la sentenza che ci ha riempito di gioia ma che Marco non ha potuto condividere con noi».




 
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