Il pm è Ernesto Napolillo, all'epoca dei fatti sostituto procuratore a Biella, che alla fine del 2014 fu messo sotto scorta. Nel 2016 prese servizio ad Ancona. Di Mauro ha raccontato agli inquirenti che a chiedergli quel «favore» fu Giuseppe F., soprannominato Peppone, insieme a un suo amico. «Il pm Napolillo - è a verbale - lo aveva interrogato e gli aveva fatto il gesto di menarlo. Questa cosa Giuseppe non l'ha sopportata e mi ha chiesto se fossi stato disponibile a gambizzare il magistrato. In cambio mi avrebbe dato i proventi della vendita dell'unico bene che possedevano lui e l'altro, una villetta a Massazza (Biella), salvo trattenersi 50mila euro per loro». «Ci fate il favore - dissero - e gambizzate il pm e vi diamo questa villetta. Io risposi che a me insegnano che giudici e carabinieri non si toccano».
Un quarto personaggio presente alla conversazione, però, secondo Di Mauro «si dichiarò disponibile».
Di Mauro è uno dei tredici condannati in primo grado al processo "Alto Piemonte", ieri approdato in Corte d'Appello. I giudici gli inflissero otto anni e otto mesi. Lo scorso settembre ha detto ai pm della procura di Torino che collaborerà: «Sono stufo e voglio cambiare vita».
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