Caos in piazza San Carlo a a Torino, parla Gabrielli: «Circolare giusta»

Il prefetto Franco Gabrielli
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Venerdì 4 Maggio 2018, 21:24

«La mia circolare del 7 giugno ha unico obiettivo: mai i motivi di security possono in qualche modo non tenere nella dovuta considerazione le esigenze di safety». Lo spiega il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, oggi a Torino per l'inaugurazione di una mostra in ricordo delle vittime del terrorismo. «Quando succede qualcosa - continua Gabrielli - si cercano i responsabili. Ma invece di fare i processi dopo, non è meglio fare prima qualche riunione in più e stabilire le diverse responsabilità? Poi c'è la questione del chi paga», ha commentato alle domande sui fatti di piazza San Carlo dello scorso 3 giugno, quando il panico scatenato da un gruppo di ragazzi causò gravi incidenti e la morte di una donna schiacciata dalla folla in fuga.

Gabrielli prosegue e fa riferimento alla giurisprudenza consolidata della quarta sezione della Cassazione, quella deputata ai reati colposi. «Per il semplice fatto che l'evento si è verificato era possibile - spiega - Per questo le scelte si fanno sulle cose probabili, non su quelle possibili, in modo da poter dimostrare che preventivamente si sono poste in essere una serie di provvedimenti. A quel punto l'imprevisto comunque ti scusa». 

«L'hanno chiamata la "famigerata circolare Gabrielli". Io ho provato semplicemente per i poteri che mi sono stati conferiti, che sono quelli di dare indicazioni a questori e prefetti, a dire: attenzione, prima di autorizzare o di consentire che avvengano le cose, accertatevi che ci sia il rispetto delle norme. La sera preferisco avere ben chiaro quali siano le mie responsabilità, che svegliarmi al mattino e rendermi conto che c'era una responsabilità che non sapevo di avere».

Il capo della polizia, prefetto Franco Gabrielli è convinto di aver fatto un buon lavoro. «Quando ho presentato in giro questa circolare non mi aspettavo grandi applausi, ma pensavo che i sindaci sarebbero stati i primi a dire "grazie", perché li metteva in una condizione di favore». Gabrielli replica alle accuse che gli sono state mosse, tra cui quella di aver fatto lievitare i costi delle manifestazioni. «Non mi sono preoccupato della socialità, ma dell'incolumità delle persone. Nel mio personale ranking viene prima la la salvaguardia della vita umana che non l'aspetto ludico».

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