Napoli, suicida per il video hot sul web: inchiesta per istigazione al suicidio

Napoli, suicida per il video hot sul web: inchiesta per istigazione al suicidio
di Marilù Musto
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Giovedì 15 Settembre 2016, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 08:01

Era un gemma bellissima, conturbante, affascinante, nascosta sotto il letame di una vicenda scioccante: alcol, sesso, video spinti condivisi con due, tre, quattro uomini diventati come lame taglienti sul web. Tiziana Annunziata Cantone, 31 anni, era una canna al vento senza stabilità psicologica, manipolata da guardoni e finti fidanzati. E poi, c'era quella frase pronunciata da Tiziana durante un rapporto con uomo diventata un logo, una storia sui siti web: «Stai facendo un video? Bravo!».
E il convivente? «Sergio Di Palo non mi ha mai convinta», dice adesso la madre di Tiziana, Maria Teresa. «Tiziana mi confidò che l'aveva indotta e costretta più volte a girare questi video con altri partner, perché provava piacere. Unica concessione, doveva scegliere lei gli uomini». Tiziana ha convissuto per circa un anno, dal 2014 al 2015, con Sergio Di Palo, complice e carnefice, che era finito, negli ultimi mesi, per pagare anche le spese legali per eliminare dal web quei frame hot.

LA DENUNCIA
Se ne vergognava, Tiziana. Aveva cercato di rimediare. Prima con una denuncia penale nei confronti di quattro uomini protagonisti dei video depositata in Procura a Napoli e finita nella mani del pm Alessandro Milita; poi, con una richiesta di oblio da parte di alcuni canali web, motori di ricerca e siti. Era una richiesta «urgente» depositata in tribunale che inibiva i gestori dei motori di ricerca di pubblicare le immagini di Tiziana.
Istanza accettata solo in parte dal giudice monocratico Monica Marrazzo del tribunale di Napoli nord che aveva però condannato al pagamento delle spese giudiziarie Tiziana per un totale di 20mila euro, relativamente alle posizioni di alcuni motori di ricerca indicati nella richiesta dell'avvocato in maniera generica e non specifica. Niente da fare, dopo un anno di tormento (i video erano diventati virali nel 2015), le immagini pornografiche non erano sparite.
Sarà solo con un gesto estremo che Tiziana riuscirà a strappare alla vita ciò che le spettava di diritto: l'oblio. Per due volte in quest'ultimo anno aveva cercato la morte, ma non era riuscita a uccidersi. Martedì ha trovato l'ispirazione in quel foulard a fiori. Ha preso tra le mani la stoffa e l'ha legata stretta al collo, poi, con un nodo l'ha fissata a un tubo in cantina in una casa di alcuni parenti a Casalnuovo. Poi giù, nel vuoto.

IN CURA DA UNO PSICOLOGO
Ora, la storia triste della trentunenne di Mugnano, esce fuori tra le pieghe di una vicenda giudiziaria, oltre che gossippara e hard. Nemmeno la pietà le eèstata concessa nel giorno della sua morte perché ieri un musicista di Salerno ha commentato su facebook : «Ti è piaciuto, questa è la fine che hai fatto e che faranno le altre che si comportano così». Rincorso dai «naviganti» del web a suon di insulti, ha chiesto scusa. Su tutto il mondo di internet regna l'avidità dell'apparire e dell'avere senza essere; e il mito dei «like» virtuali che creano consenso.
Da quel sistema Tiziana è stata schiacciata. Era in cura da uno psicologo per uscire dal tunnel dell'alcol, ma la vita con il fidanzato l'aveva spinta giù, nella bolgia dei «commenti» hot e dei followers, i seguaci dei suoi video lanciati su internet da ignoti. Di certo, Tiziana aveva condiviso quelle immagini con cinque persone e uno di loro era proprio Di Palo. Non aveva però dato loro il permesso di diffonderle. I siti web avevano fatto il resto: interviste a vip che commentavano la celebre frase, magliette stampate con il logo di Tiziana e il tarlo della vergogna che continuava a camminare.
Per questo, la Procura di Napoli nord con a capo Francesco Greco ha aperto un fascicolo d'indagine per il reato di istigazione al suicidio in cui comparirebbe, come primo indagato, proprio l'ex fidanzato di Tiziana. Ci sono poi altri quattro nomi contenuti nella denuncia presentata in Procura a Napoli dalla trentunenne: «A loro ho inviato le mie immagini in costume e a seno nudo - aveva spiegato la ragazza a dicembre - ho fornito anche video pornografici. Questo gioco è durato un paio di mesi: dal dicembre del 2014 al gennaio del 2015».
Nel luglio del 2015 i video erano andati in pasto a internet, crudelmente. E la gemma aveva iniziato a oscurarsi. Il fidanzato ha continuato a vivere la sua normalità di facciata. Affronterà la morte di Tiziana come ha affrontato la vita: da dietro le quinte del guardone qualunque. Mentre solo adesso si mobilitano i garanti della privacy.