«De Santis sparò quando era già ferito». I legali dell'ultrà giallorosso: «Indagare anche sul suo tentato omicidio»

«De Santis sparò quando era già ferito». I legali dell'ultrà giallorosso: «Indagare anche sul suo tentato omicidio»
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Mercoledì 10 Settembre 2014, 17:04 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 12:13

Si ritiene che De Santis, sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante, con le mani sporche del suo stesso sangue abbia impugnato l'arma ed abbia esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani.

Lo scrivono gli esperti del Racis nella perizia depositata all'attenzione del gip Giacomo Ebner nell'ambito dell'incidente probatorio. Gli esperti erano chiamati a svolgere accertamenti su una serie di analisi sui reperti trovati sul luogo della sparatoria, nonché sugli indumenti dell'ultrà romanista accusato di omicidio volontario in relazione alla morte di Esposito, avvenuta il 25 giugno scorso dopo una lunga agonia all'ospedale Gemelli.

Complessivamente nell'ambito di questa inchiesta sono indagati per rissa aggravata due tifosi del Napoli (Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, i quali furono anche feriti dai proiettili esplosi) mentre per omicidio volontario oltre a De Santis altri quattro supporter giallorossi. De Santis è ancora ricoverato nel reparto protetto dell'ospedale Belcolle di Viterbo a seguito delle ferite riportate durante la rissa. I risultati della perizia saranno discussi in un'udienza davanti al gip fissata per il 24 settembre. Gli atti, oltre seicento pagine, ricostruiscono fasi culminate nella sparatoria. Gli esperti dell'Arma inoltre affermano che Daniele De Santis viene raggiunto da un gruppo di supporter partenopei dopo aver tentato di chiudere il cancello del vialetto che porta al circolo culturale Ciak, dove si trova la sua abitazione. «De Santis cade a terra - si legge nella perizia - viene aggredito e inizia a perdere abbondantemente sangue. Non si esclude che in questa fase sia stato utilizzato il coltello a serramanico per mano di uno dei tifosi partenopei. Dopo avvengono gli spari in rapida successione». «Le conclusioni della perizia del Racis, vanno in direzione opposta a quanto inizialmente riportato dai media. La dinamica dei fatti che è stata ricostruita, infatti, risulta essere palesemente incompatibile con la tesi dell'agguato, soprattutto laddove si evidenzia che Daniele De Santis ha subito una brutale aggressione già prima del momento degli spari, riportando, tra l'altro, diverse coltellate all'addome». Commentano gli avvocati Tommaso Politi e Michele D'Urso che assistono De Santis. «Secondo quanto accertato dalla perizia, inoltre, i guanti di cui si è tanto parlato e scritto, non sarebbero stati indossati da De Santis al momento dei fatti - aggiungono - Quei guanti sarebbero stati solo investiti da particelle di polvere da sparo come altri reperti presenti sul luogo dei fatti e appartenenti ad altri indagati. Come ci sforziamo di spiegare sin dall'inizio il quadro indiziario della vicenda rimane tutto da chiarire ed auspichiamo per questo che lo si faccia in tribunale e non sui giornali». Pertanto, «alla luce di quanto descritto dai periti, sembra inoltre doveroso che le indagini della Procura siano volte anche a chiarire la dinamica di quello che a tutti gli effetti appare un tentativo di omicidio nei confronti del nostro assistito».

«Alla luce di quanto descritto dai periti ci sembra doveroso che le indagini della Procura siano volte anche a chiarire la dinamica di quello che a tutti gli effetti appare un tentativo di omicidio nei confronti del nostro assistito».

Lo affermano gli avvocati Tommaso Politi e Michele D'Urso, difensori di Daniele De Santis, detto Gastone, commentando le conclusioni dei periti del Racis sui fatti del 3 maggio scorso. «Le conclusioni della perizia del Racis - affermano i due penalisti - vanno in direzione opposta a quanto inizialmente riportato dai media. La dinamica dei fatti che è stata ricostruita, infatti, risulta essere palesemente incompatibile con la tesi dell'agguato, soprattutto laddove si evidenzia che il De Santis ha subito una brutale aggressione già prima del momento degli spari, riportando, tra l'altro, diverse coltellate all'addome. In base a quanto affermano i difensori dell'ex ultrà romanista, accusato di omicidio volontario, dalla perizia emerge che »i guanti di cui si è tanto parlato e scritto, non sarebbero stati indossati da De Santis al momento dei fatti. Quei guanti sarebbero stati solo investiti da particelle di polvere da sparo come altri reperti presenti sul luogo dei fatti e appartenenti ad altri indagati«.

»Del resto abbiamo assistito in questi mesi a fughe di notizie incontrollate quanto distorte, a senso unico, tutto per affermare la colpevolezza del nostro assistito prima che venga celebrato il processo«, conclude la difesa di De Santis.

Daniele De Santis «non può vantare alcuna legittima difesa»: i legali della famiglia di Ciro Esposito commentano così le dichiarazioni degli avvocati di 'Gastone'. Gli avvocati Angelo Pisani, Sergio Pisani e Damiano De Rosa definiscono «assolutamente inverosimile ed azzardata la ricostruzione della difesa di De Santis». Dopo la lettura della perizia depositata dai tecnici nominati dal gip in sede di incidente probatorio, i difensori della famiglia Esposito evidenziano una serie di «punti fermi»: «In primo luogo viene confermata la circostanza che Ciro intervenne su esplicita richiesta dei tifosi intrappolati nell'autobus in loro aiuto mentre stavano subendo un'aggressione violenta da parte del De Santis e viene inoltre chiarito definitivamente che è la sua la mano che impugnava la pistola e che ha sparato uccidendo il povero Ciro».

È impossibile, secondo i legali della famiglia Esposito, «sostenere che De Santis agì per legittima difesa, dal momento che lo stesso, aggredendo violentemente i passeggeri del bus in presenza di numerosissimi avventori diretti verso lo stadio, non poteva non prevedere di doverne fronteggiare la reazione, affrontabile solo con la lesione dell'altrui incolumità». «Ora le istituzioni - conclude l'avv. Angelo Pisani - devono garantire giustizia e verità completa ai familiari della vittima di quello che senza dubbio deve considerarsi un agguato, scoprendo e condannando anche i tanti complici di De Santis e soprattutto chiarendo il movente e lo scopo di una azione criminale che oltre alla famiglia di Scampia ha ferito a morte Napoli e lo sport».

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