Terrorismo, misura di prevenzione per un sospettato «pericoloso anche se assolto»

Una parata di militanti della jihad in Iraq
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Giovedì 14 Dicembre 2017, 23:02 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 13:51
A poco più di due mesi dall'approvazione del nuovo codice antimafia, la procura di Genova è stata la prima in Italia a chiedere l'applicazione della misura di prevenzione a un presunto terrorista.

Lo ha fatto il sostituto procuratore Federico Manotti, che ha chiesto l'applicazione della misura per Mahmoud El Hawary Lekaa Hosny, egiziano di 31, arrestato un anno fa nell'ambito di una operazione dei Ros che aveva smantellato una cellula jihadista attiva tra la provincia di Savona e la Lombardia. Hosny, lo scorso settembre era stato assolto, mentre gli altri tre, Sakher Tarek, algerino di 34 anni, e i fratelli Abdelhakim e Antar Hossameldin, egiziani di 43 e 36 anni, erano stati condannati a sei e cinque anni. Per il pubblico ministero, in pratica, anche se Hosny è stato assolto vi sarebbe un pericolo concreto e attuale tale da dovere essere sottoposto alla misura di prevenzione. La richiesta è stata fatta al tribunale di prevenzione (composto dagli stessi giudici del Riesame) e l'udienza di discussione è fissata per gennaio. Il nuovo codice antimafia era stato approvato lo scorso settembre ed è entrato in vigore nelle scorse settimane.

La riforma punta a velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale; rende più trasparente la scelta degli amministratori giudiziari; ridisegna l'Agenzia per i beni sequestrati; include corrotti, stalker e terroristi, appunto, tra i possibili destinatari dei provvedimenti.
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