Terremoto, la scossa ha formato scalino di 15 chilometri sul monte Vettore

Terremoto, la scossa ha formato scalino di 15 chilometri sul monte Vettore
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Giovedì 3 Novembre 2016, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 07:57

Il terremoto del 30 ottobre ha generato sul Monte Vettore, nella zona compresa tra Arquata del Tronto e Ussita, uno 'scalinò lungo 15 chilometri e alto in media fra 20 e 70 centimetri, e che in alcuni punti arriva a superare un metro. Strutture come questa, chiamate 'scarpate di faglià, sono previste dai modelli di riferimento dei sismologi, rilevano gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), e sono una 'spià importante del movimento avvenuto in profondità. Queste osservazioni, con i dati dei satelliti, consentono di capire che cosa è avvenuto in profondità e di caratterizzare il sisma e la faglia che l'ha generato. Le scarpate di faglia rappresentano infatti «la prosecuzione verso la superficie della rottura e dello scorrimento avvenuto sulla faglia in profondità», rileva l'Ingv.

Anche queste osservazioni, fatte dai geologi al lavoro nelle aree colpite dal terremoto, contribuiscono a quello che attualmente è il principale obiettivo dei sismologi: definire il movimento delle faglie responsabili dei tre grandi terremoti avvenuti nell'Italia centrale il 24 agosto, il 26 e il 30 ottobre. Raggiungerlo è importante perchè permetterà di capire quanta energia sia stata liberata. Ma se anche questa quantità fosse tale da far pensare che tutta, o quasi, sia stata liberata, sarà comunque impossibile prevedere che non possano muoversi altri segmenti, con altri terremoti. «Lo scopo è capire se la somma degli spostamenti possa far ritenere che la faglia si sia mossa tutta», ha osservato il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Per Salvatore Mazza, sempre dell'Ingv, «non è possibile stabilire con certezza quanta energia sia stata liberata. Probabilmente - ha aggiunto - è stata liberata una buona fetta di quello che pensavamo si potesse muovere in questa tripletta, ma non si esclude che si possano muovere altri segmenti di faglia. Non possiamo escludere che l'attività possa continuare anche a livelli elevati, come è accaduto con la scossa di magnitudo 4,7 avvenuto nella notte». Continuano intanto ad arrivare immagini e dati dei satelliti radar, inviati dalla costellazione Cosmo SkyMed dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), da Sentinel 1 del programma europeo Copernicus e dal giapponese Alos 2. «Ci troviamo di fronte a una situazione abbastanza complessa in termini di movimenti del suolo», ha detto Stefano Salvi, dell'Ingv.

 

 
In collaborazione con l'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea-Cnr), il suo gruppo ha misurato con precisione l'area di 600 chilometri quadrati nella quale il suolo si è abbassato fino a 70 centimetri. All'esterno di quest'area l'Irea-Cnr ha individuato un'area di 1.100 chilometri quadrati in cui sono avvenuti «spostamenti orizzontali del suolo più contenuti, nell'ordine di 3-4 centimetri: per noi - ha detto il direttore dell'Irea-Cnr, Riccardo Lanari - nel definire l'area complessiva soggetta a deformazione l'ordine di grandezza è 1.000 e non 100». Ottenere misure più precise, ha aggiunto, sarà possibile con i dati del satellite giapponese Alos 2, meno sensibile alla presenza della vegetazione.

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