Terremoto, «Era un ragazzo buono, ricordatelo così», il funerale di Marco, figlio del questore di Frosinone

Terremoto, «Era un ragazzo buono, ricordatelo così», il funerale di Marco, figlio del questore di Frosinone
di Alessia Marani
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Venerdì 26 Agosto 2016, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 02:13

«Perché? Perché il terremoto? Perché gli incidenti? Perché la sofferenza? E' il mistero del progetto di Dio per la vita eterna. Sia fatta la tua volontà, ha detto Gesù sulla croce. A Filippo, a Matteo e a Maria dico: continuate a pregare, il Signore vi darà la forza per andare avanti». A Santa Croce in Gerusalemme, don Nicola Tagliente, cappellano della Questura di Roma, ricorda Marco Santarelli, il 26enne figlio del Questore di Frosinone deceduto sotto le macerie durante il terremoto ad Amatrice.
 

 


«E' una grande sofferenza celebrare oggi queste esequie. C'è il dolore di tutta Italia che si unisce a quello degli amici e dei parenti di Marco. Siamo tutti sconvolti perché il terremoto ci rende impotenti», aggiunge don Nicola. La chiesa che raccoglie alcune delle reliquie della santa croce è gremita. Ci sono le alte cariche della polizia: il vice capo Luigi Savina e Matteo Piantedosi, il capo di gabinetto del Viminale Luciana Lamorgese, il prefetto Vittorio Rizzi. Il capo della polizia Franco Gabrielli è andato il giorno prima a fare visita di persona al collega che ha perso il figlio. A Santa Croce in Gerusalemme ci sono tutti i funzionari della Questura di Roma, i dirigenti dei commissariati, gli ex colleghi della Dia e delle Interforze in cui Filippo ha prestato attività per anni, i rappresentanti della Prefettura, i colleghi arrivati da Frosinone con diversi sindaci della provincia e le polizie locali al seguito.

Non sono mancati carabinieri e finanzieri. Marco aveva un sogno: diventare uno chef, aveva studiato con impegno all'istituto alberghiero e stava facendo uno stage nel ristorante di un hotel a Ferentino. Era in vacanza con alcuni amici ad Amatrice, dai nonni paterni e sarebbe andato via tra pochi giorni, dopo la festa degli spaghetti all'amatriciana. Invece il sisma ha spezzato la sua giovane vita. Il feretro ha lasciato la chiesa abbracciato da due ali di agenti schierati in picchetto d'onore, salutato da un lungo applauso.

La preghiera a San Michele Arcangelo, protettore della polizia, questo venerdì mattina, lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio verso il cimitero di Perugia.
«Vorrei che Marco fosse ricordato come un ragazzo buono, amato da tutti», ha detto papà Filippo, stretto tra gli amici e colleghi. All'ingresso della navata principale un piccolo scrigno per la raccolta di fondi in favore dei terremotati "in ricordo di Marco". Dolore e compostezza, lacrime e speranza. Sabato un altro funerale, quello di Ezio Tulli, 43enne ispettore di polizia di Nettuno, morto ad Amatrice insieme ai suoi due figli.

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