Terremoto, insulti razzisti su Facebook: class action contro chi posta ingiurie

Terremoto, insulti razzisti su Facebook: class action contro chi posta ingiurie
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Lunedì 30 Dicembre 2013, 19:49
MILANO - Dopo le scosse di terremoto in Campania e a Napoli una pioggia di commenti malevoli e sfott razzisti si riversata su Facebook e altri social network. E sulla Rete la rabbia ha preso il posto delle frasi sui timori dei residenti e sulle preoccupazioni dei parenti. Il fenomeno ha ovviamente suscitato un coro d'indignazione tra gli user, napoletani e non, da Nord a Sud, alcuni dei quali hanno anche proposto di denunciare i profili da cui sono state postate frasi come «morirete come scarafaggi» e «terremoto pensaci tu» o di intraprendere class action. «È una vergogna che non smette di ripetersi - dice un giovane professionista di Napoli che vive a Roma - Non bastavano i cori negli stadi, adesso ci attaccano anche su Facebook. Basta, questa gente distrugge l'immagine del Sud, non dobbiamo rispondere agli insulti, dobbiamo querelare».



Mentre la paura della gente campana non accennava a diminuire, dato che oggi si sono nuovamente registrate scosse anche di forte entità, e il ricordo inevitabilmente andava a quella sera di 33 anni fa in cui la terra si squarciò in Irpinia, sui social cominciavano a fioccare centinaia di post inqualificabili: «Un altro terremoto e morirete tutti, pezzi di m...» o «Morirete insieme al vostro paese di m...» il tenore dei commenti comparsi su Facebook ieri e proseguiti oggi.



Tante, tantissime, sono però state le reazioni, molte delle quali anche sul profilo Fb dell'ANSA. Marta ad esempio dice: «Non c'e limite alla stupidità umana»; Santi se la prende ironicamente con «i cornuti gallici»; Filippo e Tania ricordano che «questi sono quelli che vengono a passare l'estate da noi... non abbiamo bisogno di voi statevi al nord noi al sud vogliamo solo...chi lo ama». Ugo ricorda il coraggio di Napoli, che «si muove ma non muore» e Giò sottolinea il fenomeno dell'anonimato che regna su internet, ricordando che «dietro ai monitor» c'è «la feccia umana». Diversi anche quelli che hanno scritto prendendo le distanze: «Un abbraccio da Bologna» o «Non siamo tutti uguali, qui al Nord».



Alla fine però tanti partenopei rispondono con la stessa moneta, insultando il Nord e i settentrionali con parolacce di ogni tipo o augurandosi che un «meteorite bello grande centri il nord!!!». Qualcuno allora fa notare, come Erika, che «tra i deficienti che hanno scritto quelle frasi razziste (e secondo me gli si sta dando troppa importanza) e alcuni commenti che si leggono c'è da dire che se la giocano alla pari». La rabbia irrazionale infatti è un sentimento che non è condiviso da tutti. A Milano, per strada, un bersagliere di guardia a una sede diplomatica, originario di Caserta, dice lapidario: «Sono solo pochi i razzisti, io sono intervenuto sulle calamità, al Nord, e sono pronto a rifarlo di nuovo».
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