Stragi di Firenze e Milano, annullata la condanna all'ergastolo del boss Tagliavia

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Mercoledì 17 Settembre 2014, 21:02 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 11:51
Annullata con rinvio dalla Cassazione, la condanna all'ergastolo per la strage di via dei Georgofili inflitta al boss Francesco Tagliavia accusato soprattutto dal pentito Gaspare Spatuzza. Si celebrerà un appello bis. I supremi giudici, invece, lo hanno del tutto prosciolto per gli attentati stragisti di Milano (via Palestro) e Roma (via Fauro, Velabro e stadio Olimpico). Il verdetto è stato emesso dalla VI sezione penale che ha accolto il ricorso della difesa. Le stragi sono del periodo '93-'94.



In particolare, la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna di Tagliavia per la strage di via dei Georgofili a Firenze dell'11 maggio 1993 in relazione alle accuse di strage, devastazione, porto di esplosivo e furto di una macchina. Nell'attentato mafioso morirono cinque persone e tra loro due bambine, ci furono 48 feriti e vennero danneggiate 148 opere d'arte. Nel ricorso in Cassazione la difesa di Tagliavia ha sostenuto il vuoto probatorio a carico del boss di corso Dei Mille che era stato arrestato il 22 marzo del '93. Secondo la difesa, inoltre, non ci sono prove che Tagliavia partecipò - come invece sostenuto da Spatuzza - alla fase 'ideativà della strage avvenuta nella villa di Santa Flavia. Senza successo, invece, la Procura della Cassazione, rappresenta da Luigi Riello aveva chiesto la conferma della condanna di Tagliavia emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze il 10 ottobre del 2013. Secondo il pg la sentenza di condanna non era «lacunosa ma svolgeva una valutazione attenta e un ragionamento probatorio stringente» sul coinvolgimento di Tagliavia nelle stragi.



Il boss aveva «un ruolo di cerniera tra la 'base operativà e i fratelli Graviano» ed inoltre contro di lui non ci sono solo i riscontri «di Spatuzza ma anche numerose altre testimonianze» dei pentiti.
Quelle di Spatuzza, su Tagliavia, sono state delle dichiarazioni «tardive» ha ricordato lo stesso Riello ma non per questo «non credibili». Il collegio della Sesta sezione penale era presieduto da Franco Ippolito, il consigliere relatore Leo Guglielmo, e i consiglieri Anna Petruzzellis, Gaetano De Amicis e Giorgio Fidelbo. La Regione Toscana e il Comune di Firenze si sono costituiti parte civile anche in Cassazione e sono stati rappresentati dall'avvocato Danilo Ammannato che difendeva anche venti famigliari delle vittime. All'udienza in Cassazione è stata presente anche Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i famigliari delle vittime di via dei Georgofili.