Terremoto, dal Friuli al Belice, dall'Irpina all'Aquila: la lunga scia dei morti dei terremoti italiani

Terremoto, dal Friuli al Belice, dall'Irpina all'Aquila: la lunga scia dei morti dei terremoti italiani
di Gianluigi Giannetti
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Mercoledì 24 Agosto 2016, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 14:16
Tragedie e contemporaneamente appuntamenti che legano la storia ad un luogo. I terremoti in Italia sono una frequentazione che sa di dolori strazianti ma anche di analisi scientifica sui territori sensibili, divenuta negli anni sempre più puntuale, cominciando dall'abbandonare la discutibile scala Mercalli basata sulla gravità dei danni per adottare la più tecnica scala Richter, dove vale la forza di impatto. Il terremoto scatenatosi questa notte rientra tra i più gravi registrati in Italia.

La loro storia non può fare naturalmente a meno di una tragica citazione illustre, quella data del 28 dicembre 1908 che corrisponde la terremoto dello Stretto, il più forte degli ultimi 200 anni con 7,1 gradi Richter e che rase al suolo Messina e Reggio Calabria con scosse avvertite distintamente fino a Napoli e un bilancio a tutt'oggi approssimativo che oscilla tra le 60 mila e le 80 mila vittime.

Ancora la Sicilia protagonista con il terremoto nella Valle del Belice del 15 gennaio 1968, 6,1 gradi, che colpì le province di Trapani ed Agrigento, devastando Montevago e Gibellina, con danni gravissimi da Santa Ninfa a Sciacca e Calatafimi. Quasi 400 morti e 70mila senzatetto.

Si arriva al 6 maggio 1976 e alla magnitudo 6.4 della scala Richter per il terremoto del Friuli, altro appuntamento di tragedia e storia italiana legata alle comunità di Gemona ed Artegna, completamente distrutte. Una settantina i comuni colpiti, 45 dei quali “rasi al suolo” secondo la definizione ufficiale. Il Bilancio conta 990 morti e oltre 45.000 senza tetto.

Vero spartiacque della storia moderna del nostro paese, la notte del 23 novembre 1980, con il terremoto dell'Irpinia e i suoi 6,9 gradi Richter che hanno prodotto un evento devastante su larga scala che ha coinvolto Irpinia e Vulture ma anche l’intera Campania, la Basilicata e la Puglia occidentale, con 30 città dichiarate ufficialmente disastrate, 5 milioni di persone coinvolte e circa circa 3.000 morti con 250mila senzatetto.

Risale al 26 settembre 1997 il fenomeno sismico che ha colpito Colfiorito e interessato Umbria e Marche. Non un terremoto ma addirittura uno sciame di scosse durate per un anno intero, la più firte delle quali alle 11.42. Il bilancio sarà di 11 morti e 32mila senzatetto.

Ennesima tragedia nazionale il 6 aprile 2009, con il terremoto dell'Aquila, anche in questo caso una lunga sequenza di scosse che ha prodotto devastazioni irrecuperabili proprio nel capoluogo Altrma anche a S. Demetrio, Paganica, Pizzoli, Onna, Villa S. Angelo , Poggio Picenze, Rocca di Cambio. Nel Lazio danni ad Amatrice, Accumoli, Borgorose. Avvertito anche a Roma, con lievi lesioni. 308 morti, almeno 50mila senzatetto.

Ultima data tragica prima di quella di oggi, il 20 maggio 2012, con un primo sisma di 6 gradi Richter localizzato nei pressi di Finale Emilia che subisce numerosi crolli e gravi lesioni. Ingenti danni anche a S. Felice sul Panaro ed a Mirandola. Il 29 maggio segue una seconda scossa ceh aggrava il bilancio dei danni anche anche a Carpi, Cento, Ferrara, Poggio Rusco, Mantova, Modena. Il bilancio finale è di 19 morti e circa 15mila senzatetto.

 
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