Udine, speleologo prigioniero in una grotta, cariche esplosive per salvarlo

Soccorso allo speleologo ferito e bloccato in grotta nel Monte Canin
di Paola Treppo
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Domenica 5 Agosto 2018, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 6 Agosto, 17:57

CHIUSAFORTE / TRIESTE - Proseguono le operazioni di soccorso dello speleologo triestino di 36 anni che si è infortunato sotto la cima del Monte Canin all’interno di una grotta in corso di esplorazione a quota 2200, nelle Alpi Giulie, nel comune di Chiusaforte.
 



Dalla Slovenia il medico specializzato
Il Soccorso alpino e speleologico è al lavoro da ieri, sabato 4 agosto, con la squadra dei sanitari composta dal medico specializzato speleologo, prelevato in Slovenia con l’elicottero della Protezione civile Fvg, e da un infermiere che sono entrati in grotta tra le 18 e le 18.30 hanno raggiunto il ferito, che si trova a 200 metri di profondità.

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Il varco ostruito dal ghiaccio
Nel frattempo la squadra alpina del Cnsas Fvg ha liberato dall’esterno un secondo varco d’ingresso, che era ostruito dal ghiaccio, per avere una eventuale seconda possibilità di passaggio. Ieri sono state sfruttate al massimo le ore di luce disponibili per portare in quota con l’elicottero il materiale che serve per il soccorso.

Dall’Umbria la squadra specializzata di disostruttori
Dall’Umbria è in arrivo a Ronchi dei Legionari una squadra specializzata di disostruttori, che è stata caricata poi sull’elicottero dell’Esercito, l’unico velivolo che è abilitato al volo notturno. 

Speleologo e infermiere
Dll'interno della grotta, intorno alle 22 di ieri è arrivata la comunicazione che il ferito è cosciente e che non è in pericolo di vita. Ha un problema al braccio e all'addome: lo ha riferito lui stesso ai soccorritori essendo un infermiere. 

Notte di lavoro 
Alle 6.30 di oggi, domenica 5 agosto, la squadra disostruttori - che ha iniziato a lavorare alle 2 di notte - sta ancora operando all'ingresso della grotta e nei punti più stretti all'interno con piccole cariche di esplosivo per consentire la risalita della barella con il ferito.

Sarà liberato a metà giornata
Il 36enne, nel frattempo, attende assistito ancora a duecento metri di profondità che le operazioni di disostruzione si completino. Ci vorrà ancora del tempo perché lo si possa liberare riportandolo alla luce del sole: a stima le operazioni si potrebbero concludere a metà giornata.

Lo scavo nel ghiaccio
Allo scavo nel ghiaccio, in corrispondenza del secondo ingresso della grotta sotto la Cima del Canin, hanno contribuito gli stessi tecnici del Cnsas di Cave del Predil, operativi da ieri anche nelle operazioni del soccorso speleologico. A supporto anche i tecnici del Sagf. 
 
 

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