Venezia, ferita da un colpo di pistola alla testa: l'agente Sissy torna a casa ma non è fuori dal coma

"Giustizia per Sissy", lo slogan che ha accompagnato tante iniziative solidali degli amici di Sissy Trovato Mazza
di Mario Meliadò
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Lunedì 25 Settembre 2017, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 12:31
Il bel sorriso di Maria Teresa “Sissy” Trovato Mazza non s’è ancora riacceso. L'agente penitenziario di Taurianova, nella Piana di Gioia Tauro, in servizio al carcere veneziano della “Giudecca”, è in coma dal primo novembre scorso a causa di una rivoltellata alla nuca che – secondo le risultanze investigative fin qui acquisite – si sarebbe esplosa lei stessa con la sua pistola d’ordinanza in un malriuscito tentativo di suicidio quasi un anno fa. In queste ore sono circolate sul web notizie, diffuse anche da un sindacato di Polizia, il Sappe, secondo le quali Sissy sarebbe fuori pericolo e avviata verso la riabilitazione. Ma la donna invece, anche se è tornata a casa, è ancora in coma.
 
Solo mercoledì scorso - il 20 settembre - una puntata di Chi l’ha visto? era stata dedicata al dramma di Sissy; alla “verità ufficiale” rispetto a quanto le è accaduto; ai fortissimi dubbi di familiari e amici su un atto d’autolesionismo che, a loro avviso, la giovane non si sarebbe spinta a compiere mai e per nessun motivo; alla sua situazione clinica, nella sostanza purtroppo del tutto invariata, come rimarcato anche in un’intervista dal padre Salvatore. La ragazza versa tuttora in coma, anche se da una decina di giorni è tornata nella sua casa di famiglia taurianovese. Forse proprio questo particolare ha fatto correre la fantasia di qualcuno, e in queste ore in parecchi hanno scritto che Sissy era oramai fuori pericolo. Ma il motivo del suo ritorno a casa non è quello auspicato da tutti: nessun tangibile miglioramento.

Al di là di un apparente sorriso un giorno, della parvenza di uno sguardo cosciente un altro giorno, da dieci mesi a questa parte non ci sono mai state evidenze di uno stato di salute complessivamente migliore o anche semplicemente diverso dal coma, da cui purtroppo la giovane non è mai uscita. Vero è invece che dal dicembre scorso la “Principessa”, come da sempre amano chiamarla in famiglia, era ricoverata all’Istituto “Sant’Anna” di Crotone, munito della sola Unità di Risveglio presente sull’intero territorio calabrese. Ma dopo lunghi mesi in cui s’è riaccesa con prepotenza la speranza che Sissy tornasse presente a se stessa, viste anche le prerogative della struttura, alla luce delle sue condizioni stazionarie i medici del “Sant’Anna” hanno dovuto chiedere ai genitori di riprenderla con sé e far posto a nuovi pazienti.
 
Sulla versione web del periodico del Sappe Polizia Penitenziaria – Società, giustizia e sicurezza, si legge: «L’incubo è finito: Teresa Trovato Mazza, la 28enne ferita gravemente da un colpo di pistola un anno fa, a Venezia, è tornata nella casa in cui è cresciuta in Calabria. Le condizioni della giovane agente penitenziaria sono ancora delicate e verranno monitorate costantemente nei prossimi giorni, ma la ragazza è finalmente fuori pericolo e si avvia verso la riabilitazione».

«Magari fosse veramente così», masticano invece amaro amici e familiari. «A noi dispiace enormemente, anche perché finora la nostra grande speranza che Sissy potesse mostrare miglioramenti tangibili è rimasta delusa», rileva Francesca Gatto, già compagna di squadra di Sissy nella “mitica” Pro Reggina che giunse a vincere lo scudetto di calcio a 5 femminile (altro che «calciatrice dilettante», a voler essere precisi).

Ben più aspri i toni adoperati su Facebook da utenti come Pino Capogreco: «Chi si prende gioco della salute di Sissy è un assassino!», si legge sulla pagina Facebook Sissy, la Calabria è con te, dedicata alla bella e sfortunatissima ragazza di Taurianova.
 
Ovviamente su tutte le furie i genitori della ragazza. «Sentire e leggere che mia figlia s’è svegliata! Purtroppo, no… non è così! – scrive sui social network la madre, Caterina Martino –. Saremmo stati noi, se Sissy si fosse “svegliata”, a dare notizia del suo rientro alla vita: così non è». E ventilando querele per chi continui a diffondere notizie false sul delicatissimo frangente, aggiunge: «Non siate sciacalli: interessatevi a scoprire la verità. Poiché mia figlia non si sarebbe mai armata la mano contro di sé». La stessa cosa che urlano da mesi tutti i parenti e gli amici, che hanno organizzato diversi gruppi a sostegno e varie iniziative per contribuire alle onerose spese legali per far luce sull’intricatissima vicenda, all’insegna dello slogan Giustizia per Sissy.

 
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