LE OPERE
La scultura è stata individuata, nell'ottobre del 2016, nel corso di un controllo effettuato dai carabinieri Tpc di Udine presso un negozio di antiquariato del capoluogo friulano. I militari hanno comparato le immagini dell'opera con quelle della Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, e si sono accorti che si trattava proprio delle opere rubate. I pm di Udine hanno disposto il sequestro, gli ulteriori sviluppi investigativi hanno consentito di accertare la buona fede dell'antiquario, che aveva acquistato da una nota casa d'aste straniera, ha rinunciato alla proprietà permettendone la restituzione allo Stato francese.
I documenti napoleonici, invece, fanno parte di una seconda attività di recupero, originata da una segnalazione del 2011 dell'allora Soprintendenza Archivistica per la Lombardia al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza.
La Soprintendenza faceva riferimento alla vendita, attraverso una nota casa d'aste di Milano, di due documenti risalenti all'epoca napoleonica e relativi a comunicazioni del ministro della Guerra Francese all'Imperatore. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, hanno così permesso il sequestro dei due rari documenti con i quali, nel primo, datato 12 aprile 1809, il ministro informa Napoleone dei costi da sostenere per un'operazione militare in Portogallo, e nel secondo, datato 3 giugno 1812 - l'anno della disastrosa campagna di Russia - chiede l'autorizzazione a concedere un foglio di via per tornare in «sa patrie» a favore di un soldato del «Battallion Etranger». Dagli ulteriori accertamenti si è scoperto che il venditore aveva ereditato i beni, nel frattempo riconosciuti delle competenti Autorità d'oltralpe, ignaro del fatto che fossero di provenienza illecita.
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