Scontro treni in Puglia, ad Andria i funerali delle vittime: Mattarella abbraccia i parenti

Scontro treni in Puglia, ad Andria i funerali delle vittime: Mattarella abbraccia i parenti
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Sabato 16 Luglio 2016, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 19:39

È il giorno dell'estremo saluto ad Andria a 13 delle 23 vittime del disastro ferroviario del 12 luglio scorso in Puglia. I parenti delle altre 10 persone morte nello scontro hanno preferito celebrare i funerali nella loro città di residenza. Centinaia di persone sono in coda da questa mattina sotto la pioggia battente per entrare nel Palazzetto dello sport dove vengono celebrati i funerali.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è giunto nel Palazzetto dello sport di Andria dove dinanzi all'altare si è fermato per qualche minuto in raccoglimento dinanzi alle bare delle vittime. Mattarella ha poi raggiunto i parenti che sono seduti nelle prime file per stringere le mani e rivolgere una parola di conforto a ciascuno di loro.

 
La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha abbracciato e salutato uno per uno i parenti delle vittime, seduti nelle prime file. Ci sono anche il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Sono presenti con i gonfaloni i sindaci dei vari Comuni della province di Bari e della BAT. Ai lati dell'altare sono state deposte decine di corone di fiori inviate dalle massime istituzioni dello Stato e locali. La messa è celebrata dal vescovo di Andria, Canosa e Minervino, mons.Luigi Mansi, con i parroci di tutte le comunità colpite dalla strage.

«Temiamo che per troppi anni e per tante persone queste terre siano state considerate le periferie dell'Italia, quelle periferie alle quali il nostro Papa Francesco ha fatto tante volte riferimento», ha detto il vescovo durante l'omelia, «Speriamo che si sospenda questo fare e che ci si occupi dei diritti di tutte le persone a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare proprio dalle periferie».

«Le nostre coscienze sono state addormentate da prassi che ci sembrano normali ma non lo sono: quelle prassi dell'economia in cui non si pensa alla vita delle persone ma alla convenienza e all'interesse, senza scrupoli e con piccole e grandi inadempienze del proprio dovere», ha continuato monsignor Mansi.

Un applauso commosso ha accompagnato l'uscita dei feretri che uno alla volta, dopo la conclusione della cerimonia, sono stati portati fuori. Dopo l'uscita di ogni feretro le migliaia di persone che erano nel palazzetto sono rimaste in silenzio totale. I parenti delle vittime si sono raccolti attorno alle bare dei loro cari e in prima fila, immobili, sono rimasti il capo dello Stato Mattarella, la presidente della Camera Boldrini, il ministro Delrio, il presidente della Regione Puglia Emiliano altri esponenti del governo, sindaci, il capo della Polizia Gabrielli.


Le storie delle 23 vittime. Pasquale Abbasciano, di Andria, 61 anni, era il macchinista di uno dei due treni coinvolti nello scontro. A settembre sarebbe andato in pensione. Giuseppe Acquaviva, di Andria, 59 anni, viaggiava con sua sorella Serafina, di 62 anni. Lui l'aveva accompagnata a Bari per degli esami medici: entrambi non sposati, vivevano insieme e sono morti insieme. Maria Aloysi, di Bari, 50 anni. Sposata e con due figli, andava quasi ogni giorno ad Andria per fare visita al padre. Quella mattina ha preso il treno all'ultimo minuto. Alessandra Bianchino, 29 anni, di Trani. Faceva volontariato ed era prossima alla laurea. Rossella Bruni, 22 anni, studentessa di Lettere amava scrivere racconti sul suo blog. Pasqua Carnimeo, di Modugno di 30 anni. Patty lascia una figlia di due anni e mezzo. Faceva l'estetista e andava tutti i giorni a Bari al lavoro in treno. Enrico Castellano, di Ostuni, 74 anni, dirigente bancario in pensione, viveva tra Torino e Cuba. Era tornato lunedì in Puglia per festeggiare l'onomastico in famiglia. Luciano Caterino, di Ruvo di Puglia, di 37 anni, è l'altro macchinista morto nello scontro. Guidava il convoglio giallo, quello proveniente da Bari. Michele Corsini, di Milano, di 61 anni. Aveva un bar nel centro di Barletta. Albino De Nicolo, 57 anni, di Terlizzi, una vita da ferroviere, era il capotreno di uno dei due convogli. Salvatore Di Costanzo, di Bergamo, 56 anni, agente di commercio, andava ad Andria per un appuntamento di lavoro: volato di prima mattina da Orio al Serio, era atterrato all'aeroporto di Bari. Giulia Favale, nata in Francia, di 51 anni, insegnante di lingue al liceo, viaggiava con la figlia che è ferita, ma si è salvata. Nicola Gaeta, di Bari, 57 anni. Anche lui ferroviere, capostazione, quel giorno era stato richiamato in servizio per sostituire un collega malato. Aveva preso il treno a Bari per prendere servizio a Barletta. Jolanda Inchingolo, di Andria, di 25 anni, laureanda, si sarebbe dovuta sposare a settembre. Benedetta Merra, di Andria, di 53 anni. Era andata Bari per un controllo medico. Poco prima dello schianto aveva chiamato casa per avvertire che stava tornado. Donata Pepe, di Cerignola, di 63 anni. Viaggiava con il nipotino di 7 anni che si è salvato grazie all'abbraccio della nonna. Maurizio Pisani, di Pavia, di 51 anni. Giudice di uno dei talent show "La ricetta perfetta". Era in vacanza con la famiglia. Giovanni Porro, di Andria, 60 anni. Impiegato pubblico, faceva il pendolare per lavoro. Fulvio Schinzari, di Galatina, 59 anni, vicequestore aggiunto della polizia, stava tornando al lavoro dopo le ferie. Da Andria, dove viveva con la moglie e due figlie, era diretto a Bari dove dirigente l'ufficio del Personale della Questura. Antonio Summo, di Terlizzi, solo 15 anni, è il più giovane delle vittime. Tornava a Ruvo di Puglia da Andria, dove aveva sostenuto gli esami per superare due debiti all'istituto industriale. Francesco Ludovico Tedone, di Terlizzi, 17 anni, era da poco rientrato dal Giappone dove aveva trascorso un anno di studio con Intercultura. Gabriele Zingaro, di Andria, aveva 23 anni e da poco aveva trovato lavoro in una fabbrica di Modugno (Bari). Era andato al Policlinico per farsi controllare una ferita che si era procurato in un infortunio sul lavoro.

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