Scontri a Napoli, assessori in corteo. Renzi li sfida: «Sblocchiamo l'Italia»

Scontri a Napoli, assessori in corteo. Renzi li sfida: «Sblocchiamo l'Italia»
di Mario Stanganelli
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Giovedì 7 Aprile 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 19:32

ROMA - Accolto dal gelo del sindaco de Magistris che non ha voluto prender parte alla ”cabina di regia“ sulla bonifica di Bagnoli e da un corteo che ha visto numerosi scontri con le forze dell'ordine, Matteo Renzi è arrivato a Napoli in una giornata che aveva al centro un vertice per il rilancio dell'area di Bagnoli a cui il governo ha destinato 272 milioni per un opera di bonifica che si concluderà nel 2019. Al caloroso benvenuto che il premier ha ricevuto prima nel carcere minorile di Nisida visitato assieme al Guardasigilli Andrea Orlando, si è contrapposta l'accoglienza riservatagli dai manifestanti dei centri sociali degli studenti e dei comitati dei disoccupati che dai Quartieri spagnoli, al lungomare, alla Galleria Umberto, hanno urlato contro la «macelleria sociale» del governo. Gli slogan sono stati accompagnati dal lancio di sassi e lacrimogeni che hanno portato al ferimento, in modo non grave, di una quindicina di agenti. Traffico nel caos in più di un punto della città, mentre auto e bus con turisti a bordo venivano stati coinvolti nei tafferugli.

Da palazzo San Giacomo parlava anche il sindaco de Magistris che avrebbe voluto incontrare Renzi in Municipio, ma che rifiutava di partecipare alla ”cabina di regia“ definendola un luogo «in cui si crea una torbida saldatura tra presunto interesse pubblico e ben individuato interesse privato». Ancora più sintomatica del clima di scontro tra Comune e governo appariva la partecipazione di due assessori, Carmine Piscopo e Sandro Fucito, della giunta de Magistris al movimentato corteo antirenziano.

LA REPLICA
A tutto questo replicava un assai poco intimidito capo del governo nel corso di un forum nella sede del quotidiano Il Mattino: «Possono insultare, minacciare, tirare sassi e lacrimogeni, ma noi - diceva Renzi - siamo più forti delle minacce e più decisi dei loro insulti. Abbiamo promesso che il Paese lo sblocchiamo e lavoriamo per questo. Non intendiamo arretrare di un centimetro rispetto a questo impegno. E' arrivato il tempo in cui una classe politica, incurante di insulti e minacce, ha deciso di decidere».

E per quella che a Bagnoli dovrebbe risultare «la più grande opera di recupero ambientale della storia italiana», il premier si è detto fiducioso nella richiesta rivolta ai magistrati per il dissequestro dell'area da bonificare nei prossimi tre anni. E poi, sulla scia delle recenti polemiche sul rapporto tra governo e magistratura, Renzi ha precisato: «Io non attacco i magistrati. Anzi, dico che se rubi ti devo mettere in carcere, ma l'opera, pubblica o privata, non deve essere bloccata. E invece oggi in Italia succede che bloccano l'opera e non mettono in galera il ladro, seguono lunghe indagini che spesso non portano a sentenza passata in giudicato, come invece prescrive la Costituzione».
Affrontati da Renzi nel forum del Mattino anche i temi di partito, sulla scia dello scontro seguito alle primarie di Napoli: «Il Pd - ha detto - ha le carte in regole per provarci. Il Pd è in condizioni di giocarsela». A seguire l'operazione di recupero di «un pezzo di storia» napoletana: «Da segretario dei Democratici dico che Valeria Valente ha vinto le primarie, ma rispetto a Bassolino e alle polemiche del dopo primarie, sempre da segretario faccio appello a tutti per l'unità, a partire da Bassolino che ha segnato un pezzo di storia importante di questa città». Infine, rivolto a chiunque a giugno sarà sindaco, ha promesso la collaborazione del governo, «sempre che - è la chiosa maliziosa del premier - ci sia reciprocità e voglia di collaborare».