Un allarme bomba sull'aereo in volo, un pakistano e un anomalo incrocio di schede sim. Si tinge di giallo il caso del falso allarmebomba scoppiato il 4 settembre scorso a bordo del velivolo Ryanair partito da Lamezia Terme e diretto a Bergamo. Gli agenti della polizia di Stato dell'Ufficio di frontiera hanno identificato gli autori della telefonata anonima che fece scattare il piano antiterrorismo. Ed emergono particolari sospetti.
Gli indagati Per la telefonata la Procura di Lamezia Terme ha indagato un uomo di 31 anni, con precedenti penali, e la convivente, 28 anni, residenti in provincia di Brescia.
Il caso A bordo dell'aereo non fu trovato nessun ordigno. Le indagini della Polaria sono state dirette dalla Procura di Lamezia Terme. La telefonata anonima era giunta al centralino dell'aeroporto di Lamezia Terme. Un uomo, con inflessione dialettali tipiche del nord Italia, annunciava la presenza della bomba sul volo. A bordo dell'aereo c'erano 187 passeggeri e 6 membri di equipaggio. L'allerta aveva portato anche all'attivazione di difesa aerea da parte del Caoc-Tj (Combined Air Operation Center di Torrejon), Agenzia della Nato responsabile del settore, della procedura «Scramble» con il decollo immediato di due velivoli caccia intercettatori dell'Aeronautica Militare «Eurofighter» del 4/o Stormo, decollati dall'aeroporto di Grosseto e che avevano scortato il volo della Ryanair fino all'atterraggio, in sicurezza, presso l'aeroporto di Orio al Serio.