Il mostro del Circeo: «Uccidemmo anche una 17enne sul Trasimeno». La cugina della vittima: «Incubo lungo 43 anni»

Il mostro del Circeo: «Uccidemmo anche una 17enne sul Trasimeno». La cugina della vittima: «Incubo lungo 43 anni»
di Redazione Online
3 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Maggio 2018, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 07:36

 Il mostro del Circeo ha ucciso anche nel Bellunese. Gli autori di stupri e violenze bestiali nel Lazio compiute a metà degli anni Settanta, avrebbero rapito e ucciso anche  Rossella Corazzin, la ragazza pordenonese di San Vito al Tagliamento sparita il 21 agosto 1975 dai boschi di Tai di Cadore mentre era in vacanza. Aveva solo 17 anni e per anni ci si è interrogati sulla misteriosa scomparsa. Il papà morì di crepacuore alcuni anni dopo, la mamma  (Elisanna) nel 2008 senza mai sapere che cosa fosse successo alla figlia.

LEGGI ANCHE Massacro del Circeo, si riapre il caso: riesumata la salma di Ghira
LEGGI ANCHE Il mostro del Circeo: «Sono innocente». La moglie a Izzo: «Dillo ai magistrati»

 

 

A gettare  una nuova luce su quanto  accaduto alla giovane è Angelo Izzo, uno degli assassini del Circeo, che sta scontando due ergastoli nel carcere di Velletri. Il detenuto ha raccontato alla Procura la sua verità su Rossella Corazzin.
 
 


«Nelle dichiarazioni sulle altre violenze del gruppo rese ai pm di Roma e che mi sono state trasmesse, Angelo Izzo ha dedicato poche parole, vaghe, alla vicenda di questa ragazza, Rossella Corazzin, ma ha dato riferimenti su data della scomparsa e luogo dell'uccisione, da far ritenere che sia effettivamente lei», spiega il Procuratore di Belluno, Paolo Luca, che ha trasmesso per competenza a Perugia il fascicolo sul caso della 17enne avuto da Roma.

La minore, scelta secondo Izzo perché era vergine, fu seguita dalla banda di criminali romani in vacanza in Cadore, sarebbe poi stata sequestrata e portata sul lago Trasimeno (Perugia). Lì sarebbe stata violentata dal branco di 10 uomini e uccisa.

«Le parole di Izzo mi distruggono da un lato, ma dall'altro mettono la parola fine ad una ricerca che non si è mai fermata e che dura da 43 anni»: lo ha affermato Mara Corazzin, cugina di Rossella.

Il fascicolo con le dichiarazioni di Izzo è finito sul tavolo del procuratore Paolo Luca. Ma di fatto è solo transitato in Procura a Belluno, trasmesso poi a Perugia per competenza. I verbali saranno vagliati nei prossimi giorni. I nuovi documenti trasmessi ieri non sarebbero stati infatti ancora esaminati dai magistrati del capoluogo umbro.

La procura di Perugia già due anni fa si è comunque occupata di una vicenda dai contorni analoghi. Il fascicolo venne allora archiviato in quanto le parole di Izzo non furono ritenute attendibili dai magistrati umbri.


Rossella Corazzin era di San Vito al Tagliamento (Pordenone). Studiava al liceo classico. Il 21 agosto 1975 scomparve nei boschi di Tai di Cadore mentre era in vacanza con la famiglia: si allontanò da sola da casa per una passeggiata verso il monte Zucco, portando con sé una macchina fotografica e un libro e sparì nel nulla.

Le indagini seguirono per qualche giorno l'ipotesi di una «fuga» volontaria, ma la pista si rivelò poi inconsistente e la vicenda rimase un giallo. Nel 2003 la procura di Belluno riaprì l'inchiesta. Solo nel 2010 il Tribunale di Pordenone l'ha dichiarata legalmente morta.


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA