Chi era Rossella Corazzin, la ragazza scomparsa nel nulla 43 anni fa

Rossella Corazzin in una foto pubblicata sul sito della trasmissione di RaiTre 'Chi l'ha visto'
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Venerdì 25 Maggio 2018, 20:00 - Ultimo aggiornamento: 20:34
Rossella Corazzin era una ragazza dalla corporatura non esile, occhi e capelli castani, aveva una piccola cicatrice a destra sulla fronte e un'altra sotto il mento. Quando scomparve senza lasciare traccia, il 21 agosto del 1975, 43 anni fa, era un giovedì pomeriggio. Lei, 17enne di San Vito al Tagliamento, in Friuli, studentessa del liceo classico di Pordenone, attenta, precisa, studiosa, era in vacanza con la famiglia a Tai di Cadore, in Veneto, provincia di Belluno.

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«La prima vacanza insieme», racconterà la mamma Elisanna, morta dieci anni fa senza mai sapere cosa sia successo a sua figlia. Il papà della ragazza, che morì di crepacuore qualche anno dopo la scomparsa della giovane, era un artigiano. Come Elisanna riferì in un'intervista, quel giovedì dopo pranzo, verso le 14, Rossella chiese al padre di andare a fare due passi con lei: «Papà, oggi non andare a fare la ninna, vieni a fare la passeggiata con me», gli disse. Ma lui era un pò stanco e preferì fare un riposino mentre sua moglie lavava i piatti, anziché incamminarsi verso il monte Zucco.

Una raccomandazione di rito, «stai attenta», le disse, mentre Rossella usciva portando con sé un libro e una macchina fotografica. Non la rividero mai più. Nelle ore successive, la famiglia chiamò i carabinieri. Le indagini seguirono per qualche giorno l'ipotesi di una «fuga» volontaria, ma la pista si rivelò inconsistente. Nel corso delle ricerche e delle indagini emerse anche il nome di un certo Gianni: Rossella ne parlava in alcune lettere scritte a un'amica del liceo, dicendo che studiava giurisprudenza a Padova, che lo aveva incontrato a Tai e che aveva passeggiato con lui.

Ma la sua identità è rimasta un mistero, così come tutta la vicenda: il nome della ragazza è andato ad allungare la lunga serie delle persone scomparse e solo nel 2010 il Tribunale di Pordenone l'ha dichiarata legalmente morta. A riaccendere i riflettori sono ora le dichiarazioni di uno dei 'mostrì del Circeo, la banda dei tre ragazzi della Roma bene - Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira - che nel settembre del 1975 a San Felice Circeo massacrarono Donatella Colasanti e Rosaria Lopez: quest'ultima morì per le torture.

Secondo quanto Izzo, in carcere con due ergastoli, ha riferito in alcuni scritti inviati ai pm di Belluno, anche la morte di Rossella sarebbe stata opera sua e del 'brancò, che l'avrebbero rapita, portata in una località sul Trasimeno, in Umbria, stuprata e uccisa.
Dichiarazioni del 2016 che probabilmente hanno avuto sviluppi d'indagine, perché ieri gli atti sono stati trasmessi, per competenza, alla Procura di Perugia.
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