Roma, allerta per la rete Isis: vigilanza rafforzata per Pasqua

Roma, allerta per la rete Isis: vigilanza rafforzata per Pasqua
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Lunedì 26 Marzo 2018, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 07:41

Il tavolo tecnico è previsto per questa mattina in Questura. Misure straordinarie in vista della Pasqua. Ma intanto il warning, dopo la segnalazione trasmessa dalla Farnesina su possibili attentati terroristici, è già scattato: con un anticipo sull'innalzamento del dispositivo di sicurezza già predisposto per le prossime festività. Massima attenzione alle iniziative religiose: dalle celebrazioni nelle chiese della città a quelle all'aperto, come la tradizionale via Crucis con Papa Francesco al Colosseo, prevista per venerdì. Ma la vigilanza riguarda anche palazzi istituzionali e aree pedonali, centri commerciali, metro, stazioni e aeroporti, con bonifiche e controlli. Sotto osservazione gli ambienti dell'estremismo islamico e le moschee, mentre sono previsti controlli ai valichi di frontiera. Sono 400 i punti nevralgici a Roma, dove, ancora una volta, verranno impegnati i militari della missione Strade Sicure.

IL CASO TUNISIA
Da mesi la Tunisia è al centro dell'attenzione dell'Antiterrorismo. A novembre l'Italia aveva ricevuto un elenco con 50 nomi di possibili foreing fighters, sbarcati sulle nostre coste proprio dalla Tunisia. Nel 2017 sono stati più 25 i tunisini rimpatriati e nei primi due mesi e mezzo del 2018 sono già sette. L'ultimo è stato arrestato venti giorni fa a Linosa, dove era arrivato con un barcone.

Il precedente per droga ha consentito di fermarlo e i presunti contatti con foreign fighetrs sono stati alla base del successivo decreto di espulsione. Ma da mesi l'allerta sugli arrivi da Tunisi è alta. Il 29 novembre scorso, l'Interpol ha trasmesso al Viminale una lista di 50 persone sospettate di essere combattenti dello Stato Islamico. Soggetti sbarcati in Italia negli ultimi sei mesi, che avrebbero potuto tentare di raggiungere altri paesi europei.

I sospettati, indicati con nome, cognome e data di nascita, sono tutti cittadini tunisini, alcuni dei quali erano stati identificati al momento dell'arrivo sulle nostre coste. Quattro dei presunti combattenti dell'Isis sulla lista dell'Interpol erano noti alle agenzie di intelligence europee. Uno, sempre secondo Interpol, a novembre aveva già attraversato i confini per arrivare in Francia.

E proprio la rotta Tunisia-Italia, al momento, viene monitorata con maggiore attenzione. Perché con il calo dei flussi dalla Libia, nel 2017, si è registrato un aumento del 492 per cento delle partenze dalla Tunisia rispetto al 2016. E quest'anno sono già sbarcati 1.187 tunisini su un totale di 6.161 migranti (il 19 per cento del totale). Ma soprattutto, dicono gli 007 nella relazione annuale alle camere, perché «rispetto agli arrivi dalla Libia, quelli originati dalla Tunisia... sono essenzialmente autoctoni e prevedono sbarchi occulti, effettuati sottocosta per eludere la sorveglianza marittima aumentando di fatto, la possibilità di infiltrazione di elementi...terroristici».

MISURE SPECIALI
La Tunisia, dove ancora vige lo stato di emergenza, in questi ultimi anni è stata anche tra i principali esportatori di foreign fighter, con un numero di giovani partiti verso le zone di conflitto stimato dalle principali organizzazioni internazionali tra le 5000 e le 7000 unità. La risposta al fenomeno jihadista da parte delle autorità tunisine è stata ferma fin dal principio, con l'approvazione nel 2015 di una severissima legge antiterrorismo, che ha consentito l'arresto di migliaia di jihadisti fiancheggiatori del sedicente Stato islamico.

Solo lo scorso anno, secondo il ministero dell'Interno di Tunisi, le forze dell'ordine hanno smantellato 180 cellule terroristiche, 40 organizzazioni di reclutamento verso le zone di conflitto e impedito il viaggio verso Libia, Siria ed Iraq a 29000 giovani, reputati aspiranti combattenti nelle fila dell'Isis.
Val.Err.
 

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