A sostegno della sua ipotesi Mautone, tra l’altro, sostiene: «Ben cinque ospedali romani interpretarono non sufficientemente la gravità delle ferite riportate da Gaetano nonostante un gravissimo trauma cranico, il cantautore è stato praticamente lasciato morire. Tutto questo proprio il 2 giugno, festa della Repubblica. Un caso? Provate a leggere attentamente i testi delle canzoni di Rino Gaetano, e capirete che la sua morte, alla fine, non è stata una tragica fatalità».
Secondo l'autore la tesi sarebbe stata preconizzata in qualche modo dallo stesso Rino Gaetano che, in un’occasione, disse: «C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Io non li temo. Non ci riusciranno. Sento che le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale. E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta».
E proprio Capocotta, secondo Mautone, non sarebbe una località nominata a caso dal cantautore, ma un evidente riferimento alla morte di Wilma Montesi, ritrovata cadavere su quella spiaggia nel 1953. Un decesso archiviato come suicidio dopo anni di indagini che fecero tremare anche alcuni politici. La pubblicazione di questo libro, secondo Mautone, potrebbe riaccendere le luci sul decesso del cantautore spingendo la magistratura ad aprire un’inchiesta sulla morte di Rino Gaetano.
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