Rimini, una task force a caccia del branco di stupratori

Rimini, una task force a caccia del branco di stupratori
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Lunedì 28 Agosto 2017, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 13:47

IL CASO
RIMINI Una task force per dare la caccia ai quattro ragazzi che la notte di venerdì 25 agosto hanno violentato una polacca di 26 anni sulla spiaggia di Miramare, a Rimini. Uno stupro ripetuto più volte davanti al suo amico che ha cercato in ogni modo di aiutarla, ma che è stato pestato a sangue. Il branco probabilmente ha agito sotto l'effetto di un mix di droga e alcol: a turno lo hanno preso a pugni e poi colpito in testa con una bottiglia fino a farlo svenire. Non paghi delle violenze, lo hanno anche derubato. Neutralizzato lui, hanno violentato ripetutamente lei su un pattino e per evitare problemi, l'hanno spinta in mare. «Ridevano e si davano pacche sulle spalle» ha raccontato lei in lacrime alla polizia. Alla fine hanno lasciato i due ragazzi polacchi feriti sulla spiaggia: un passante li ha soccorsi intorno alle 4 di notte e sono stati portati entrambi in ospedale. Per gli altri invece la serata non si è affatto conclusa. Ancora su di giri, si sono spostati sulla statale e lì hanno violentato una prostituta transessuale peruviana di 30 anni, che però al momento non ha ancora presentato denuncia. Anche lei è stata rapinata.
SI STRINGE IL CERCHIO
La polizia, guidata dal questore Maurizio Improta, grazie alle testimonianze delle vittime, ha diramato un identikit degli aggressori. In campo sono scesi anche gli agenti dello Sco, inviati da Roma con agenti specializzati in crimini del genere. Secondo le prime indiscrezioni trapelate in questura, gli aggressori parlavano un inglese stentato: potrebbero essere quattro magrebini, non gente di passaggio, ma giovani che vivono in zona, in Romagna, su cui gli inquirenti stanno stringendo il cerchio. È solo questione di ore. Non si tratta di sbandati: erano tutti ben vestiti. «Avevano la pelle scura ha raccontato la coppia non nerissima, ma olivastra. All'inizio sembravano voler attaccar bottone: hanno parlato, ma in pochi istanti hanno preso a picchiarci. Sembravano bestie impazzite. Noi eravamo andati in spiaggia per farci un'ultima foto insieme». Poco prima delle violenze hanno detto qualcosa ai due polacchi: una scusa per avvicinarsi e immobilizzare subito lui. Una delle telecamere che si affacciano sulla spiaggia sembra aver ripreso almeno in parte la scena. Ce n'è una per ogni bagno, anche se qui, dall'una alle cinque di mattina l'ingresso sarebbe proibito, come sancisce un cartello più volte affisso sul lungomare. Ma nessuno sembra curarsi davvero del divieto. E il buio agevola il compito ai malintenzionati.
L'ORDINANZA
Proprio per evitare situazioni di questo genere il Comune ha emanato un'ordinanza che obbliga i gestori a illuminare i bagni. Peccato che anche in questo caso siano in pochi a essere in regola. In passato ci sono stati altri episodi simili: nel 2015 addirittura due nel giro di pochi giorni. In quasi tutti i casi però alla fine i responsabili sono stati sempre individuati e arrestati.
Per i due polacchi doveva essere l'ultima serata a Rimini, a conclusione di una settimana di vacanza. Lui avrebbe dovuto iniziare uno stage di lavoro nella città dove vive. Il gruppo che era con loro, composto da altri cinquanta ragazzi tutti giovanissimi, è già tornato a casa. Il console polacco, informato dell'accaduto, ha fatto visita ieri ai due connazionali. «Vorremo solo poter tornare dalle nostre famiglie - hanno detto - e cercare di dimenticare, anche se sarà impossibile, tutta questa storia». Le istituzioni hanno condannato duramente l'episodio. «Rimini chiede giustizia - dice il sindaco Andrea Grasso, annunciando l'intenzione del Comune di costituirsi parte civile - Significa, una volta individuati, arrestati e processati, condannare i responsabili alla pena massima prevista dalle leggi in vigore. Senza sconti, senza attenuanti, senza psicologismi, senza buone condotte. Rimini è sconvolta per questa notte di violenza improvvisa, inaudita, belluina e crudele. La nostra comunità si stringe attorno alle vittime». Gli fa eco l'assessore regionale al Bilancio e Pari opportunità, Emma Petitti, secondo la quale «gli episodi di violenza e orribile terrore che si sono verificati a Rimini sono inaccettabili e intollerabili. Stiamo seguendo con ansia il lavoro delle forze dell'ordine nell'attesa che i responsabili vengano consegnati alla giustizia il prima possibile».
Giacomo Nicola
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