L'iniziativa è finalizzata, si legge sul sito di Recosol, a «superare questa fase estremamente critica. Fase legata a ingiustificabili ritardi anche voluti da una politica ostile che vuole costringere alla chiusura un progetto di accoglienza divenuto noto in tutta Europa e che ha permesso di invertire il declino sociale, economico e demografico di una delle aree più difficili d'Italia caratterizzata da profonde infiltrazioni della criminalità organizzata». A oggi, i fondi donati superano quota 130mila euro. Anche i sindaci di Napoli Luigi de Magistris, e di Barcellona, Ada Colau, hanno aderito all'appello «#IostoconRiace» promosso dalla Rete dei comuni solidali.
«Ci vuole trasparenza nell'utilizzo dei fondi pubblici. E non sempre questa trasparenza c'è stata, anche in Calabria e anche a Riace. Ciascuno risponderà di quello che ha speso e di come lo ha speso. Non faccio il giudice e quindi spetterà ad altri dare risposte in questo senso», ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, interpellato sul blocco dei finanziamenti a Riace. «Per Saviano ora sarei pure un "eversore" e un "criminale". Sorrido e tiro dritto. Io ho il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini italiani e l'obiettivo è che non parta più nessuno, che a Saviano piaccia o no», ha poi aggiunto successivamente il vice premier in un post su Facebook replicando allo scrittore Roberto Saviano che da Riace lo aveva invitato a venire a vedere l'esperienza del comune calabrese e lo aveva attaccato per la linea dura sui migranti.
L'erogazione dei fondi a copertura delle spese del progetto per l'accoglienza dei migranti a Riace è fermo da circa due anni e il Comune ha pertanto accumulato debiti con il personale, con i fornitori e con gli stessi rifugiati. «Stiamo raggiungendo il punto di non ritorno. Se non ci sarà l’assegnazione programmata non solo finirà l’esperienza di Riace ma saranno messi in strada 165 rifugiati, tra i quali 50 bambini, e 80 operatori perderanno il lavoro», ha spiegato il sindaco. «L’economia di tutta la comunità, modello di accoglienza e integrazione riconosciuto a livello internazionale, crollerà sotto un cumulo di macerie», ha aggiunto Lucano.
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