Spese pazze in Regione, 41 consiglieri indagati per truffa e peculato: tra i rimborsi anche sex toys

Spese pazze in Regione, 41 consiglieri indagati per truffa e peculato: tra i rimborsi anche sex toys
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Lunedì 10 Novembre 2014, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 18:54
Oltre al peculato, tra le contestazioni ai 41 consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna destinatari di avvisi di fine indagine c'è anche un caso di truffa.

Gli avvisi nell'inchiesta sull'uso dei rimborsi pubblici coinvolgono tutti i gruppi dell'assemblea legislativa: Pd, Pdl, Ln, Idv, Fds, Sel-Verdi, Udc, M5S e Misto.



Avvisi di garanzia. Sono in corso di notifica 41 avvisi di fine indagine dell'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna, il tutto a due settimane dal voto per il rinnovo delle cariche. Sarebbero coinvolti tutti i gruppi dell'assemblea legislativa. Gli avvisi sono partiti a pochi giorni dalle elezioni regionali del 23 novembre. Gli avvisi che chiudono l'inchiesta sono firmati dai Pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, vistati dal procuratore aggiunto Valter Giovannini.



I rimborsi. Soprattutto rimborsi chilometrici e pasti. Ma anche regali, feste di compleanni, cene di beneficenza. E persino un 'sex toy' messo a rimborso tra le spese di una consigliera regionale. Sono alcune delle voci contestate negli avvisi di fine indagine in notifica a componenti dell'assemblea dell'Emilia-Romagna. Tra i rimborsi ritenuti illegittimi anche scontrini da meno di un euro per i wc pubblici o viaggi per convegni a Lampedusa. Non mancano poi le cosiddette interviste a pagamento, comparsate televisive pagate coi soldi pubblici.



Capigruppo nel mirino. I primi ad essere notificati dalla Guardia di finanza sono relativi ai capigruppo, che rispondono, secondo quanto si apprende, di peculato sia per le spese in proprio che per omesso controllo dei rimborsi dei consiglieri del loro gruppo. Ai capigruppo è dunque contestata l'intera cifra che si ritiene un gruppo abbia speso senza pertinenza con l'attività di consigliere regionale.



Due anni di intercettazioni. L'inchiesta spese pazze era stata avviata oltre due anni fa. Da ottobre 2013 risultavano indagati i nove capigruppo che hanno ricevuto le notifiche. Hanno tutti ricevuto le notifiche, ad eccezione di Mauro Manfredini, il presidente del gruppo della Lega Nord deceduto lo scorso 10 ottobre. L'inchiesta riguarda il periodo giugno 2010-dicembre 2011.



Tutti i partiti. Ammontano complessivamente a 2 milioni e 87 mila euro, le presunte spese pazze contestate dalla Procura di Bologna ai 41 consiglieri della Regione Emilia Romagna. Scorrendo le cifre, circa la metà dei rimborsi che secondo la Procura non sarebbero legittimi riguarda il Pd: 940 mila euro contestati a 18 consiglieri per questo indagati. Seguono l'Idv con 423 mila euro e 2 avvisi ad altrettanti consiglieri, e il Pdl con 11 consiglieri indagati per aver speso 205 mila euro. Si prosegue con 151 mila contestati al consigliere di Fds, e con 3 consiglieri della Lega Nord indagati per 135 mila euro.



Convolti anche i grillini. Non sono fuori dall'indagine i consiglieri, all'epoca del Movimento 5 Stelle, Andrea De Franceschi e Giovanni Favia, che dovranno dare spiegazioni su 98 mila euro spesi e rimborsati da Viale Aldo Moro.
Per Sel l'indagine riguarda 2 consiglieri e una spesa di 77mila euro. Altri 27 mila euro sono attribuiti ai 2 consiglieri del gruppo misto, mentre ammonta a 31 mila euro la somma contestata alla sola eletta dell'Udc.




Archiviazione per Bonaccini. A fine settembre era stata stralciata e chiesta l'archiviazione per la posizione del candidato del centrosinistra alle Regionali, Stefano Bonaccini.
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