Quel protagonismo sui social mette insieme storie insensate

di Cristiana Mangani
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Domenica 18 Marzo 2018, 13:28
Balzerani, Faranda, Armellini, Azzolini, Persichetti, Scalzone, Mancini, e tantissimi altri: difficile immaginare accanto a questi nomi emoticon, immaginette, battute. Eppure nell'epoca dei social network anche le Br fanno i conti con i like e le faccine. E anche tanti giovani, forse ignari, commentano solidali ed esaltati, opinioni che violentano la verità. C'è tutto un mondo su Facebook che rilegge la storia degli anni di piombo in Italia. Lo fa, con una disinvoltura disarmante, sulle bacheche di terroristi che hanno dichiarato guerra allo Stato, e che non sempre sembrano aver preso coscienza di quanto commesso. Si va dalla critica ma non pentita, Barbara Balzerani, alla più consapevole e dissociata Adriana Faranda. Dagli ex, ormai scrittori e opinionisti di successo, Oreste Scalzone o Paolo Persichetti, a chi è entrato a far parte del mondo del sociale e quegli anni bui li combatte come Raimondo Etro. Ognuno seguendo il proprio percorso, ma spesso anche in contrasto tra loro. Apocalittici e integrati, con il pensiero sclerotizzato, fatto da slogan e citazioni.

GLI EMOTICON
«Con te Barbara, non con i leccapiedi dei poteri pronti a strumentalizzare la vicenda del rapimento Moro per criminalizzare ogni forma di dissenso ancora oggi, chi non si omologa non ha diritto di parola», incita un fan di Balzerani, a commento delle polemiche scatenate dalla ex terrorista durante la presentazione del suo libro a Firenze. È un tripudio di cuoricini, di post rosso fuoco, con scritto: «Solidarietà incondizionata alla compagna». «Barbara Balzerani, dalla tua parte sempre». Viene da chiedersi quanta consapevolezza ci sia in queste dichiarazioni d'amore. Perché altrimenti le Brigate rosse, forse non sono totalmente morte. «Eccomi! - scrive lei - dopo aver recuperato la bacheca in seguito a un blocco imposto da Fb - Così come è iniziata è finita la penitenza, senza capo di accusa. I censori hanno sempre facce ridicole».

In netto contrasto con la ex compagna di lotta, è Raimondo Etro, l'uomo che aveva custodito le armi dopo la strage di via Fani, e che ha scontato 16 anni di carcere. «Non è la prima volta che mi capita di leggere le cose che Balzerani scrive su Facebook - prende posizione - Ma il problema non è tanto quello che scrive lei, quanto i suoi ammiratori: quelli che si complimentano, che dicono, che fanno ironia». Di recente ha anche criticato aspramente uno di loro: «Questo cesso vivente ha scritto e poi cancellato il post al pari della sua compagna di merendine Barbara Balzerani». Paco Serge, il 28 febbraio alle ore 13,53, aizzava le folle: «Sgherri e sbirri, soldataglia e servi dello stato se non volete che vi augurino la morte cambiate mestiere. Già vi coprite la faccia come il boia mastro titta».

IL QUADRO E I FIORI
E poi c'è Adriana Faranda con settemila seguaci e un animo ancora agitato. Critica nei confronti dei giornalisti che non credono fino in fondo al suo faticoso lavoro per comprendere quegli anni, «parla di scorte di Moro impreparate», e fa arrabbiare i sindacati di polizia. Ma il giorno dell'anniversario mette come foto del profilo il quadro di un veliero travolto dalla tempesta e dei fiori color indaco. E scrive, sostenuta da cuori e like a tutto spiano: «E invece no. Oggi forse mi arrendo».
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