Wind Jet, Pulvirenti arrestato per bancarotta fraudolenta

Antonino Pulvirenti
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Venerdì 29 Gennaio 2016, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 16:23
Antonino Pulvirenti, ex patron del Catania Calcio, è stato arrestato da militari del comando provinciale della Guardia di finanza del capoluogo etneo nell'ambito dell'inchiesta per bancarotta fraudolenta della compagnia aerea Wind Jet, di cui era presidente.

Un analogo provvedimento del gip è stato eseguito nei confronti Stefano Rantuccio, amministratore delegato della società. Una conferenza stampa sull'inchiesta si terrà alle 10 nella sala conferenza della Procura, col procuratore Michelangelo Patanè.

Nelle indagini delle Fiamme gialle di Catania, denominate 'Icaro', aveva già reso noto la Procura nel luglio del 2015, sono indagate 14 persone per bancarotta fraudolenta per il dissesto di Wind jet, società ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. La compagnia low cost sospese i voli per problemi finanziari il 12 agosto del 2012 lasciando a terra migliaia di passeggeri e senza lavoro circa 500 dipendenti, che firmarono la cassa integrazione a tempo indeterminato. Il 19 ottobre del 2013 il concordato scongiurò il fallimento della compagnia ed ottenne il 92% di sì dai creditori.

Secondo la Procura di Catania le indagini delle Fiamme gialle, con rogatorie in Lussemburgo, Francia e Regno Unito, avrebbero consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all'aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet per oltre 160 milioni di euro «per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005».

Le perdite, sostiene l'accusa, sarebbero state occultate nel bilancio al 31 dicembre del 2005 con un'artificiosa operazione di valorizzazione del marchio WJ consistita nella cessione - e retrocessione dopo pochi anni - del marchio Wind Jet in favore della Meridi s.p.a. per 10 milioni di euro.

Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sarebbero proseguite e gli organi societari si sarebbero avvalsi del contributo di società estere che avrebbero predisposto perizie di stima «di comodo» del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro.
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