"L'ex compagno G", ecco chi è Primo Greganti

"L'ex compagno G", ecco chi è Primo Greganti
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Giovedì 8 Maggio 2014, 12:14
Ventidue anni dopo 'Mani pulite' torna 'in scena' Primo Greganti. L'ex 'Compagno G', ex cassiere di Pci e Pds, tra i pochi a rifiutare ogni collaborazione con i magistrati ai tempi di Tangentopoli, è oggi al centro di una delicata inchiesta avviata dalla magistratura milanese sugli appalti legati all'Expo. Classe 1944, Greganti è indagato in quella che già viene definita la nuova tangentopoli su Expo. Oggi come allora.



Era il primo marzo 1993 quando il compagno G., soprannome che si 'conquisterà sul campò con il tempo, venne arrestato in esecuzione di un ordine di custodia firmato dallo 'storicò gip di Mani Pulite Italo Ghitti su richiesta di Antonio Di Pietro, con l'accusa di corruzione, per aver ricevuto in Svizzera, tra il 1990 e il 1992, 621 milioni dal gruppo Ferruzzi per appalti Enel. Denaro che, secondo la magistratura, rappresentava la prima delle due quote riservate al Pci-Pds delle tangenti concordate con il sistema dei partiti (l'1,6 per cento sul valore delle commesse).



A fotografare quella ripartizione di mazzette ai magistrati milanesi era stato Lorenzo Panzavolta, amministratore della Calcestruzzi di Ravenna, l'uomo che fece materialmente i versamenti estero su estero. In seguito i versamenti accertati 'lievitaronò a tre: 621 milioni depositati il 21 novembre 1990 sul conto «Gabbietta» intestato a Greganti presso la Banca di Lugano; 525 milioni nel settembre 1992 sul conto 294469 presso la Banca del Gottardo di Zurigo, sempre nella disponibilità di Greganti; 100 milioni consegnati personalmente nello stesso 1992 al 'compagno G'.



Primo Greganti negò sempre ogni addebito e continuò a ripetere che si trattavano di consulenze personali. Alla fine di un'inchiesta 'contrastatà che vide gli inquirenti milanesi dividersi e scontrarsi sul capitolo Pci-Pds, Greganti venne condannato a 3 anni e 7 mesi per finanziamento illecito al suo partito, pena successivamente patteggiata e ridotta a 3 anni e confermata dalla Corte di Cassazione nel marzo 2002, ulteriormenete 'ridottà di sei mesi che Greganti aveva già 'scontatò in regome di carcerazione cautelare a San Vittore durante le indagini. Del 'compagno G' in seguito si è saputo poco o nulla. Solo che aveva 'abbandonatò la politica e si dedicava ad affari privati. In passato ha anche difeso la 'rivoluzionè giudiziaria milanese sostenendo che «seppur con errori ed eccessi, senza quell'inchiesta saremmo finiti come l'Argentina». Ora è di nuovo agli arresti.
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