Il presidente dell'Inpgi Camporese accusato di truffa nell'inchiesta sul crac della Sopaf

Il presidente dell'Inpgi Camporese accusato di truffa nell'inchiesta sul crac della Sopaf
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Venerdì 14 Novembre 2014, 20:49 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 20:55
Il presidente dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti (Inpgi), Andrea Camporese, è indagato nell'ambito dell'inchiesta milanese sul crac della holding Sopaf, che nel maggio scorso aveva portato all'arresto dei tre fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni e del figlio di quest'ultimo, Luca.



Camporese oggi ha ricevuto una informazione di garanzia, notificata dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, con l'ipotesi di truffa ai danni della cassa. Secondo l'accusa, avrebbe consentito alla stessa Sopaf di realizzare un ingiusto profitto ai danni dell'Inpgi per 7.600.000 euro, attraverso operazioni di trasferimento di quote del Fondo immobili pubblici (Fip).



Il numero uno dell'Inpgi ha respinto le accuse, sottolineando che non c'è stato «alcun accordo occulto o sotterfugio» nell'operazione finanziaria. «Auspico che al più presto si accerti l'assoluta correttezza dell'operato mio e di tutte le persone - ha affermato - che in seno all'Inpgi hanno lavorato per realizzare questo investimento».



L'inchiesta, si legge negli atti delle indagini coordinate dal pm di Milano Gaetano Ruta, avrebbe documentato «una consuetudine di rapporti molto stretta» tra Camporese, e «i vertici» di Sopaf. Nell'ambito della prima tranche dell' inchiesta, lo scorso maggio, oltre ai fratelli Magnoni erano stati arrestati Andrea Toschi, che è stato presidente di Arner Bank, Alberto Ciamperoni, amministratore delegato della società di gestione risparmio Adenium, e Gianluca Selvi, dominus della società Hps.



Tre giorni fa, invece, è finito in carcere Paolo Saltarelli, l'ex presidente della Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei ragionieri, accusato di corruzione e oggi interrogato dal gip, che secondo l'accusa avrebbe intascato una mazzetta da un milione di euro dando in cambio la gestione di circa 630 milioni di euro di contributi previdenziali dei ragionieri ad Adenium Sgr, società controllata da Sopaf.



Nell'ambito della tranche dell'inchiesta che vede indagato Camporese, al presidente dell'Inpgi viene contestato quindi, in concorso con gli amministratori del gruppo Sopaf Spa, di aver consentito alla stessa Sopaf di realizzare un ingiusto profitto. La presunta truffa sarebbe avvenuta nel contesto di una complessa operazione finanziaria. Secondo gli inquirenti, Sopaf ha acquistato quote Fip, poi rivendute all'Inpgi e all'Enpam (Ente di previdenza dei medici) dalla società austriaca Immowest.



Non avendo la disponibilità finanziaria per concludere la transazione con Immowest - sempre secondo le accuse - Sopaf è riuscita a definire l'operazione solo grazie a un finanziamento occulto ottenuto dagli stessi. Per poter celare il finanziamento sarebbero stati stipulati, tra Sopaf e gli enti Enpam e Inpgi, due Escrow Agreement (deposito in garanzia presso terzo rispetto ai contraenti), collegati ai contratti di compravendita, strutturati in modo tale da permettere a Sopaf di poter disporre del prezzo di vendita prima che i certificati delle quote Fip fossero trasferiti agli enti.



Gli inquirenti hanno accertato che i dirigenti dell'Inpgi non sarebbero intervenuti in alcuna fase della redazione dei Escrow agreement, accettando però passivamente quanto stabilito dalla holding dei fratelli Magnoni.
Camporese, che respinge ogni addebito, sottolinea tra l'altro che l'operazione, «istruita dagli uffici dell'Inpgi secondo le procedure interne, è stata realizzata utilizzando schemi negoziali usuali e tipici dei mercati finanziari nell'ambito di un procedimento pienamente trasparente e tracciabile in ogni passaggio e, pertanto, senza possibilità di occultare alcunchè. Gli inquirenti, al riguardo - aggiunge il presidente Inpgi - non hanno mai neppure ipotizzato che io abbia potuto trarre un vantaggio personale dall'operazione».
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