La maggior parte dei giocattoli era destinata ad una fascia protetta di bambini. Negli articoli mancavano le indicazioni relative all'importatore, al fabbricante, alle avvertenze o precauzioni d'impiego in lingua italiana e alla composizione delle fibre tessili. Alcuni prodotti, esposti sul bancone e pronti per la vendita, erano privi del marchio Ce. Nei cartellini erano riportate scritte e indicazioni solo in ideogrammi cinesi in totale violazione alla normativa che disciplina la sicurezza degli articoli destinati al commercio. Per il momento, alla titolare dell'esercizio commerciale sono state contestate diverse violazioni amministrative.
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