Mille euro per un posto nei vigili, le intercettazioni: «Al concorso ci pensiamo noi»

Mille euro per un posto nei vigili, le intercettazioni: «Al concorso ci pensiamo noi»
di Leandro Del Gaudio
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Giovedì 27 Settembre 2018, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 14:06
Quanto vale un posto nella polizia municipale? Dai cinquecento ai mille euro, solo per dare inizio alla pratica. Il resto arriva strada facendo, se gli accordi vanno a buon fine e la controparte rimane soddisfatta. Lo chiarisce a viva voce uno degli agenti di polizia municipale finito da qualche tempo sotto inchiesta, per le sue larghe vedute a proposito di servizi da offrire alla cittadinanza. Indagato per la storia delle case popolari (ipotesi corruzione: soldi in cambio di controlli morbidi per gli abusivi negli alloggi comunali e Iacp), ora l’agente è sotto accusa anche per un altro capitolo investigativo: quello dei posti di lavoro. O meglio: del miraggio di un accesso nel corpo della polizia municipale. Anno 2017, siamo nel pieno dell’attività dell’agente finito nel mirino della Procura di Napoli. Parla a raffica il casco bianco. Parla di volture e stati di famiglia, ma anche di soldi. E a chi gli chiede cosa deve fare per vedere sistemato il figlio, la risposta è perentoria: «Cinquecento euro... mille euro - emerge da una conversazione un po’ a singhiozzo – che al concorso ci pensiamo noi, prima o poi lo sistemiamo...». 

LA CRICCA
Chiariamo subito una cosa: al di là delle chiacchiere dell’agente, l’ultimo concorso per l’accesso ai ranghi della polizia municipale risale al 2010, cosa che rende abbastanza improbabile un episodio di corruzione sullo schema soldi in cambio di posti di lavoro. Quanto basta a spingere gli inquirenti a battere la pista della truffa o del millantato credito, almeno per quanto riguarda la storia dei posti di lavoro e dell’accesso al corpo di polizia municipale. Inchiesta condotta dai carabinieri, sotto il coordinamento del pool mani pulite di Napoli, una sezione che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione e che è attualmente coordinata dal procuratore aggiunto Rosa Volpe. Ma torniamo alla storia dei posti di lavoro. Se ne parla in un documento indirizzato in questi mesi in Procura, ma anche al Mattino, ed è zeppo di nomi e di riferimenti specifici alle manovre di alcuni agenti, secondo quanto abbiamo raccontato all’inizio dello scorso agosto.  Indaga il pm Ida Frongillo, che sta passando al setaccio circostanze e accuse che risalgono agli ultimi due anni. A capo della cricca un agente di polizia municipale che avrebbe messo in piedi una sorta di ufficio privato, con orari e punti di ritrovo sempre uguali. Un metodico, il capo della cricca. Appuntamento fisso nell’anticamera di un negozio cittadino, dove avvenivano (e forse avvengono ancora) scambi di soldi, documenti, pizzini e imbasciate. Volture, certificati medici, nomi di persone da favorire, ovviamente in cambio di soldi. 
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