L'inchiesta - viene riportato dal quotidiano - sarebbe partita dopo l'esposto di una volontaria di un'associazione che si occupa di accoglienza dei migranti, che nel corso di un'operazione di sbarco avrebbe assistito a un comportamento irriguardoso del sottufficiale nei confronti di membri dell'associazione. La donna avrebbe così visionato il profilo Facebook del militare scoprendo e denunciando la presenza di foto, immagini e fotomontaggi riconducibili al Ventennio.
Stando alle accuse, il militare - è scritto sul quotidiano - avrebbe condiviso oppure postato direttamente immagini con croci uncinate o con Adolf Hitler e Benito Mussolini oltre che foto di proiettili con scritte sarcastiche e razziste rivolte a migranti e altre con commenti ironici nei confronti delle più alte cariche dello Stato. La difesa del sottufficiale però sostiene che quello finito nel mirino sia un profilo falso. Per questo è stata depositata anche una memoria difensiva con cui i legali del militare indagato contestano sia le modalità di indagine che i risultati.
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