Pordenone, la matrigna tratta la quattordicenne come Cenerentola tra sberle e pulizie

Una scena del cartone animato di Cenerentola
di Cristina Antonutti
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Mercoledì 20 Aprile 2016, 16:29 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 22:37
PORDENONE - Trattata dalla matrigna come una Cenerentola? Costretta a occuparsi di lavori domestici faticosi e a subire severe punizioni? Il racconto di una quattordicenne della provincia di Pordenone è stato attentamente valutato dalla Procura della Repubblica, che dopo aver iscritto sul registro degli indagati il padre e la matrigna, recentemente ha chiuso le indagini configurando ipotesi d’accusa gravi. Per la donna, una ventinovenne, si prospetta il reato di maltrattamenti in famiglia. Al padre, 63 anni, si contesta di non aver impedito alla consorte di maltrattare la figlia. Per i due genitori il sostituto procuratore Monica Carraturo ha chiesto il rinvio a giudizio. Sarà il gup Roberta Bolzoni, nell’udienza preliminare del prossimo 12 ottobre a valutare il procedimento penale e le richieste della difesa. La vicenda è stata ricostruita dalla Polizia di Stato. E alla vittima, in seguito all’apertura del fascicolo d’indagine, è stato nominato un tutore, l’avvocato Paolo Luisa Vissat.
Angherie e maltrattamenti sarebbero andati avanti per diversi anni. La ragazzina, che a suo tempo è stata sentita attraverso un’audizione protetta, ha raccontato che tra il 2008 e il settembre 2015 la matrigna l’avrebbe costretta a fare lavori di casa pesanti. Ha detto di essere stata più volte picchiata: sberle, ma anche percosse con una cintura. E che per punizione le veniva impedito di uscire di casa anche per diversi giorni.
Il racconto della quattordicenne avrebbe trovato conferme anche nelle testimonianze di alcune persone che erano a conoscenza delle sofferenze della ragazzina. Altri testimoni, vicini alla famiglia, hanno invece negato che la minorenne subisse vessazioni. La Procura ha chiesto il giudizio. Sarà il giudice per le udienze preliminare a valutare il fascicolo e a decidere (a meno che non venga fatta istanza di ammissione a riti alternativi) se la vicenda familiare debba essere appronfondita in dibattimento.
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