Funerali a Torre del Greco, il papà di Giovanni: «Mio figlio ucciso dallo Stato». Cardinal Sepe: violenza dell'uomo

Il papà di Giovanni: «Mio figlio ucciso da uno Stato che non tutela i suoi cittadini»
di Oscar De Simone
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Venerdì 17 Agosto 2018, 16:45 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 08:44

«Mio figlio è stato ucciso da uno Stato che non ha tutelato i suoi cittadini. Ed io in questo momento sono distrutto. Non è possibile che 4 ragazzi così giovani ed amanti della vita trovino la morte in questo modo».

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Con queste parole Roberto Battiloro, padre gi Giovani – tra le 4 vittime di Torre del Greco ad aver perso la vita nel crollo del viadotto Morandi – commenta l'accaduto all'esterno della Basilica di Santa Croce, dove alle 17 ci sono stati i funerali delle vittime.


«Abbiamo voluto i funerali nella nostra terra perchè abbiamo sentito tutti vicino e perchè volevamo riportarli a casa. Io adesso punto il dito oltre che contro il destino beffardo, soprattutto contro chi non ha pensato che sul quel ponte potessero esserci dei ragazzi e quindi è stato negligente nel passato. Oggi piangiamo i nostri cari ma da domani, inizieremo la nostra battaglia per far si che tragedie del genere non accadano più».

Ci sono gli applausi, gli occhi lucidi dei parenti e degli amici, gli striscioni e gli sguardi persi nel vuoto dell'incredulità, a salutare i quattro ragazzi di Torre del Greco. Tutto il paese e le città vicine erano qui oggi in piazza, a salutare Giovanni Battiloro, Gerardo Esposito, Matteo Bertonati ed Antonio Stanzione. Le giovani vittime del crollo del viadotto Morandi di Genova. 
 
 


I feretri sono giunti all'interno della basilica di Santa Croce alle 13:30 e da subito centinaia di persone le hanno raggiunte. Le stesse che poi sono rimaste in piazza sino al termine delle celebrazioni funebri alle 19.
Il pomeriggio rovente di questo 17 Agosto, non ha impedito ai cittadini dell'hinterland partenopeo di partecipare a questi funerali, a cui nessuno si attendeva di prendere parte.
 


Nell'omelia il Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe ha analizzato l'accaduto descrivendolo come fatto eccezionale non dovuto al destino ma alla negligenza umana. Della stessa idea è risultato essere il padre di Giovanni, Roberto Battiloro che insieme alle famiglie degli altri tre ragazzi scomparsi, ha promesso di andare a fondo di una vicenda ancora tutta da chiarire. 

All'uscita delle bare, i palloncini bianchi sono stati fatti volare al cielo come estremo saluto verso 4 ragazzi di cui nessuno si attendeva la morte. Una morte di cui ancora nessuno riesce a capacitarsi e che attende giustizia.

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