Pompei, sui lavori di restauro vigileranno il generale Nistri e lo storico Magani

Pompei, sui lavori di restauro vigileranno il generale Nistri e lo storico Magani
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Lunedì 9 Dicembre 2013, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 13:41
Alla fine sar un generale dei carabinieri a gestire la patata bollente di Pompei, con i cantieri di restauro da avviare in tutta fretta per non perdere i 105 milioni di euro finanziati dalla Ue e la necessit di vigilare sugli appalti per tenere lontani gli appetiti della camorra.

Dopo un braccio di ferro lungo due mesi e una girandola di nomi 'bruciati', la quadra arriva a sorpresa sul nome di Gianni Nistri, l'uomo che ha riportato in Italia il cratere di Eufronio insieme a tanti altri capolavori, comandante dei Carabinieri per la tutela patrimonio culturale dal 2007 al 2010 con i ministri Rutelli e Bondi. E al suo fianco è stato messo lo storico dell'arte e direttore regionale per l'Abruzzo Fabrizio Magani, scelta della prima ora di Bray, che lo ha apprezzato nella gestione dei cantieri di restauro dell'Aquila. Due persone «che riusciranno a vincere insieme questa ambiziosa sfida che abbiamo voluto lanciare su Pompei», assicura a Napoli il ministro Bray, i soldi ci sono, dice, «ora si tratta di mettere in campo le forze migliori per raggiungere i risultati».



La forza servirà. Perchè i nodi che aspettano al varco il nuovo dg e i compiti che gli sono affidati dalla legge sono di quelli da far tremare i polsi. A cominciare dai 39 cantieri di restauro che vanno conclusi e rendicontati entro il 2015 per non perdere i finanziamenti ottenuti dall'Unione Europea (al momento ne sono partiti solo cinque) e poi il piano strategico che dovrebbe rilanciare l'intera area, facendo finalmente migliorare l'accoglienza e decollare il turismo nel sito che il mondo ci invidia più di ogni altro. A Pompei bisogna tornare a garantire la manutenzione ordinaria e migliorare l'accessibilità del sito, ma serve anche mettere d'accordo le tante realtà locali per la valorizzazione del contesto che circonda gli scavi. Oltre che attrarre investimenti e donazioni dei privati, un'altra delle leve su cui puntano con la nuova legge Valore Cultura, Bray e il governo Letta.



Uomo colto e soprattutto molto esperto in materia di beni culturali, laurea in legge e tesserino di avvocato in tasca insieme con quello di pubblicista, il generale di divisione Gianni Nistri, che ha 57 anni e attualmente è al comando della scuola ufficiali carabinieri, è ritenuto molto di più che un uomo d'ordine e gode di stima trasversale. Tra i tanti risultati della sua già corposa carriera il recupero dei Nostoi, i capolavori restituiti da musei americani che poi vennero esposti al Quirinale e, nel 2009, le restituzioni del Museo di Cleveland, tra cui spiccava la commovente croce in rame del XV secolo, rubata dalla chiesa di Trequana, paesino in provincia di Siena.



I commenti alla sua nomina sono tutti favorevoli, dagli ex ministri Rutelli («scelta molto intelligente») e Bondi («saprà gestire il sito») al sottosegretario alla Presidenza Filippo Patroni Griffi («grande soddisfazionè) che pure si dice avesse caldeggiato per il ruolo di dg l'economista Giuseppe Scognamiglio. Applaude Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura del Senato ed ex sottosegretario del ministero oggi guidato da Bray (»è il nome giusto«), mentre il governatore della Campania Caldoro gli augura buon lavoro, così come l'ex ministro dei beni culturali, oggi presidente della commissione Cultura di Montecitorio Giancarlo Galan. Dopo tanta attesa, la nomina del generale raccoglie anche il plauso dei sindacati Uil e Ugl. Anche Magani (bocciato però oggi dalla Uil con un giudizio »fortemente negativo«) è un esperto nel settore dei beni culturali e in particolare di appalti, esperienza maturata in Abruzzo dove ha coordinato il piano di restauro del centro storico colpito dal terremoto del 2009.
«Sono due figure che hanno forte il senso delle istituzioni e un fortissimo senso del valore della tutela del patrimonio», sottolinea il ministro Bray. Il suo sogno, rivela, è una Pompei «con alberghi accoglienti e dove si possa arrivare salendo su un trenino efficiente come quello che collega l'aeroporto di Heathrow con Londra», magari con un servizio informazioni alla stazione di Napoli «in grado di accompagnare il turista a Pompei, e magari anche un museo». Una realtà ancora tutta da costruire. Bray sorride, ricorda ancora una volta che il segreto è «fare sistema»: «Se ci mettiamo assieme si può».
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