«Nel nostro, a differenza di altri Paesi europei, come la Francia, il Belgio e la Germania, la contraccezione è interamente a carico delle cittadine e dei cittadini, salvo rare iniziative locali - spiega il Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole, composto in prevalenza da ginecologi -. È necessaria un'azione a livello nazionale per rimuovere discriminazioni economiche e territoriali e garantire a tutte le cittadine e i cittadini, anche quelli che appartengono alle fasce socio-economiche più svantaggiate, l'accesso a presidi che rientrano nella lista delle medicine essenziali stilata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità».
Un maggiore accesso ai contraccettivi, sottolinea il Comitato guidato da Marina Toschi, vicepresidente di Agite, associazione ginecologi territoriali, limiterebbe il problema delle gravidanze indesiderate e aiuterebbe a contrastare la sempre maggiore diffusione delle malattie a trasmissione sessuale. Secondo i dati della Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostetricia, un quarto delle donne in età fertile utilizza metodi poco sicuri.
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