Messina, picchiano a sangue due fornai di Giardini Naxos: 4 giovanissimi “incastrati” dalle telecamere di videosorveglianza

Messina, picchiano a sangue due fornai di Giardini Naxos: 4 giovanissimi “incastrati” dalle telecamere di videosorveglianza
di Mario Meliadò
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Lunedì 2 Aprile 2018, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 09:49
Un pestaggio brutale vicinissimo a finire in tragedia e che adesso, neanche 15 giorni dopo, vede i responsabili “inchiodati” dalle riprese delle telecamere di videosorveglianza. È accaduto a Giardini Naxos, noto centro turistico in provincia di Messina.  
 
Tutto è nato da uno spinello. Il 17 marzo scorso, quattro giovanissimi alle prime ore del mattino s’erano recati in un panificio di Giardini e uno di loro aveva pensato bene di confezionare il “fumo” all’interno dell’esercizio commerciale: per motivi fin troppo ovvi, uno dei titolari l’aveva redarguito.

Il ragazzo però non l’aveva presa bene: di qui una disputa iniziata all’interno e proseguita fuori dal forno, sfociando in una violenta reazione da parte del 25enne di origini tunisine (ma nato a Giarre, nel Catanese) e poi in una una rissa senza esclusione di colpi, quattro contro uno, con tanto di bastonate al giovane panificatore e poi anche al padre, nel frattempo accorso per tentare di sottrarlo alla furia del quartetto, che non s’era limitato a dare una vile “lezione” al fornaio più giovane ma era andato assai oltre, pestandolo selvaggiamente anche una volta a terra semisvenuto e del tutto incapace di reagire. Risultato: lesioni gravissime provocate a entrambi i malcapitati, picchiati a sangue malgrado il tentativo d’impedirlo da parte di una dipendente e perfino di una cliente del panificio.
 
Pochi minuti dopo i fatti i carabinieri della stazione di Giardini Naxos e della Compagnia di Taormina, già allertati, avevano iniziato le indagini ascoltando i testimoni oculari del pestaggio, per poi acquisire le immagini delle telecamere di videosorveglianza del forno, che in effetti avevano ripreso l’intero svolgimento dell’azione.
Per i militari dell’Arma identificare i quattro responsabili, l’uno dopo l’altro, grazie alla ricostruzione della loro rete di rapporti non è stato difficile: il riconoscimento da parte di vittime e testimoni ha completato l’opera.
 
Così, su disposizione del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina – su richiesta del pm messinese Federica Rende – sono scattate le misure cautelari: il 25enne pregiudicato d’origini tunisine Alaieddine Oueslati è ora ai domiciliari, obbligo di dimora nei Comuni di residenza per gli altri tre: Paolo Pirrera (20 anni), Daniele Crimi (21), Giorgio Sala (22).
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