I finanzieri sono riusciti a ricostruire i rapporti tra la società italiana e quella del Titano anche grazie allo scambio di informazioni con la Repubblica di San Marino e al recente rafforzamento della cooperazione amministrativa internazionale.
Le indagini hanno così portato alla denuncia a piede libero del responsabile per gravi reati tributari (omessa presentazione della dichiarazione fiscale, presentazione di dichiarazione infedele e utilizzo di fatture false) ed al sequestro dei beni nella sua disponibilità, ma rientranti nel patrimonio di una società bolognese gestita, formalmente, dai suoi figli. L'operazione si pone in continuità con l'analoga attività svolta nello stesso mese di settembre dalla Guardia di Finanza della Provincia di Pesaro e Urbino, in prima linea nel contrasto dei fenomeni evasivi più gravi che alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.
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