Milano, pediatra sevizia e violenta 11 bimbi: condannato a 14 anni

Milano, pediatra sevizia e violenta 11 bimbi: condannato a 14 anni
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Venerdì 25 Settembre 2015, 18:19 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 18:25
Maurizio Maria Lazzari «non è il pedofilo che, in circostanze eccezionali e contingenti, cede alla sua pulsione. Egli ha lucidamente organizzato e strutturato la sua vita professionale (ovvio che non tutti i suoi pazienti erano anche vittime di abusi) con il fine di soddisfare il suo innaturale desiderio sessuale.



E proprio perché il Lazzari ha comunque una formazione scientifica specialistica, egli era e doveva essere perfettamente consapevole del male infinito arrecato alle sue piccole vittime». Lo afferma il giudice per l'udienza preliminare Giuseppe Gennari nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso giugno ha condannato a 14 anni di reclusione e 71mila euro di multa uno psichiatra 55enne originario di Busto Arsizio che per undici anni avrebbe violentato almeno undici bambini che frequentavano il suo studio, fotografandone le umiliazioni, perseguitandoli via sms e denigrandone i genitori se interrompevano le visite.





Il tutto, spacciandosi per esperto nella cura della dislessia, «descrivendosi - sottolinea il gup - in maniera saccente come uno dei massimi esperti nella psicoterapia dei minori, tanto da essere addirittura una figura di rilievo internazionale, nonché professore di una non meglio specificata università» e da vedersi irrogare la sanzione disciplinare della sospensione dall'esercizio della professione per due mesi da parte del Consiglio dell'ordine dei medici.



Sette i gravissimi capi di imputazione (violenza sessuale con le aggravanti delle sevizie e dell'età delle vittime infraquattordicenni, stalking, corruzione di minorenne, adescamento di minorenni, atti persecutori, produzione e detenzione di materiale pedopornografico, esercizio abusivo della professione di psicoterapeuta) contestati dal pubblico ministero Cristian Barilli all'esito di una complessa e delicata indagine.



E «impressionante, a parere dello scrivente - è stata -, la quantità e la qualità di ciò che è stato sequestrato» durante le perquisizioni, tra immagini etichettate in maniera meticolosa tanto che «è stato possibile risalire all'identità dei minori proprio grazie alla curata e ossessiva opera di catalogazione fata dall'imputato» e strumenti utili a soddisfare le sue pulsioni addirittura con un bimbo di un anno e mezzo.



All'inizio dell'indagine gli inquirenti avevano in mano solo una denuncia per atti persecutori presentata nel marzo 2014 da due genitori allarmati dai messaggi che il medico mandava al figlio undicenne una volta interrotte le terapie, «paventando il rischio di suicidio in caso dell'interruzione del percorso intrapreso» scrive il pm nel relativo capo di imputazione, «ingenerando nel bambino e nei genitori il fondato timore per l'incolumità propria e dei propri congiunti».



Già perché, anche a detta di Gennari all'esito del procedimento, «forse l'aspetto più odioso e riprovevole delle condotte tenute dal Lazzari» è il fatto che «costui non esitava a denigrare le figure parentali» con i bambini «proponendosi al contempo come un surrogato delle stesse». Tuttavia, spiega il gup, «i video» sequestrati «pongono una pietra tombale» sulla natura degli incontri che in base a quanto poi documentato sia nel suo studio privato sia in quello alla clinica Columbus nonostante una condanna per detenzione di materiale pedopornografico inflitta in primo grado nel 2002 dal tribunale di Monza e poi confermata in appello e in cassazione che per un errore non figurava nel casellario giudiziale.



Sulla scorta del materiale probatorio raccolto, dunque, Gennari ha inflitto all'imputato 14 anni di carcere in virtù dello sconto di un terzo della pena a partire da 21 anni previsto dal rito abbreviato. Qui «non si tratta di applicare una pena esemplare per soddisfare gli appetiti dell'opinione pubblica, ma di collocare nella corretta scala di gravità oggettiva e soggettiva (inevitabilmente elevata) gli episodi per cui si procede», tiene ora a spiegare.



Nel quantificare la pena, il gup ha escluso l'aggravante delle sevizie contestata dal pm, ma ha bollato come «di eccezionale gravità» i fatti contestati, dal momento che lo psichiatra in virtù della sua professione «doveva essere consapevole dei danni talvolta irreversibili arrecati».
I familiari di sei bambini si sono costituiti parte civile e Gennari ha riconosciuto provvisionali di anticipo sul risarcimento da stabilire in sede civile che vanno dai 10mila ai 250mila euro. Riconosciuto il risarcimento anche alla Columbus, ma la cifra dovrà interamente essere quantificata dai giudici civili.
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