«Dopo averlo informato che la sua permanenza in Chirurgia d'urgenza era prioritaria rispetto alla seduta di chemio, che poteva essere rimandata, è andato in escandescenze - ha proseguito D'Arpa - si è rivestito, si è strappato catetere venoso e sondino nasogastrico e si è allontanato dall'ospedale, apostrofando pesantemente chiunque cercasse di chiedere spiegazioni sul suo comportamento e rifiutandosi di firmare le dimissioni volontarie». Il medico palermitano ha poi concluso: «Pensavamo che l'episodio si fosse chiuso lì, ma a distanza di pochi minuti è tornato indietro, un'altra discussione altrettanto pesante di pochi secondi e in un attimo mi si è scagliato contro con un pugno all'orecchio».
Soccorso e sottoposto alle indagini strumentali, al medico è stata diagnosticata una «perforazione timpanica e una perdita improvvisa dell'udito con acufeni, con conseguente automatica imputazione di lesioni gravissime» con una prognosi di 40 giorni. Toti Amato, presidente dell'Ordine dei medici di Palermo, ha così commentato la vicenda: «L'ennesima aggressione inaccettabile in un ospedale che sprigiona contro i medici tutta la rabbia pericolosa, espressione di un disagio sociale. Perseguiremo in tutte le sedi competenti l'autore di quest'ultima violenza costituendoci parte civile negli eventuali procedimenti».
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