IL RITRATTO DELL’AGGRESSORE
Tutto comincia la notte tra giovedì e venerdì, quando una studentessa di 22 anni sta rientrando da sola nel collegio universitario alla periferia di Pavia. L’africano l’assale, la palpeggia nelle parti intime, ma lei riesce a divincolarsi e a scappare. Il gambiano però non desiste, la insegue e le è di nuovo addosso: lei reagisce e riesce a mettersi in salvo chiudendo il cancello del collegio alle sue spalle, gridando per chiedere aiuto. A questo punto l’uomo si dilegua e la giovane viene portata al pronto soccorso, dove i medici la medicano per alcune lesioni e riscontrano un trauma psichico che tuttavia non le impedisce di fornire alla polizia un ritratto preciso del suo aggressore.
UN CALCIO PER LIBERARSI
Venerdì l’uomo torna di nuovo all’attacco: alle nove di sera, in pieno centro, aggredisce una ragazzina quindicenne appena uscita di casa e la palpeggia.
Lei gli sferra un calcio, si libera dalla morsa e corre in cerca di aiuto, mettendosi in salvo. Gli agenti ammanettano il gambiano nella centralissima piazza della Vittoria e, grazie all’identikit della studentessa del collegio, lo riconoscono subito. Così convocano la prima vittima in questura, che conferma senza incertezze: «Sì, è lui l’uomo che mi ha aggredito l’altra notte». Per l’assalitore è scattato il provvedimento di fermo con l’accusa di violenza sessuale aggravata e lesioni, ed è stato portato in una cella del penitenziario di Pavia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA