Lo annuncia la stessa Diocesi di Treviso - che comprende appunto anche Spinea - sottolineando che il sacerdote «è sempre rimasto in contatto con i suoi superiori e con i suoi confratelli, che non lo hanno mai abbandonato, offrendogli l'aiuto e il sostegno necessario». La ludopatia, rileva la Diocesi, è una patologia «molto più diffusa di quanto si possa pensare o si voglia riconoscere. Una volta riconosciuta, necessita di un aiuto specialistico e di un contesto umano e comunitario di supporto. Infatti, è tipico di questi disturbi negare o minimizzare il problema e illudersi di uscirne da soli». «In questo lungo e faticoso percorso - conclude la nota vescovile - don Flavio è stato sostenuto principalmente dalla preghiera ma anche dalla volontà di tornare presto a svolgere il suo ministero nel quale non ha mai smesso di riconoscersi».
Sul giallo di Don Flavio se ne occupò anche Pomeriggio 5 sulle reti Mediaset: nella vicenda spicca il ruolo della perpetua, anche lei appassionata di gioco d'azzardo.
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