I due hanno divorziato nel 2007 ma non stavano più insieme da oltre 15 anni. La storia si era risolta come molte altre, in sede civile, dove era stato pattuito il versamento di un assegno per il mantenimento della donna. All’inizio quei 300 euro non erano un grosso sacrificio per l’ uomo, titolare di una piccola falegnameria.
Poi è scoppiata la crisi, i lavori a singhiozzo e le difficoltà economiche sono diventate sempre più pressanti per l’artigiano: quel poco che fruttava l’attività era impiegato per mantenere lui e l’anziana madre con cui convive. Insomma: gli alimenti per l’ex moglie erano diventati un lusso che non poteva più permettersi e per circa sette mesi li ha interrotti. Di fronte al mancato pagamento lei, una parmigiana, non ha temporeggiato ma si è rivolta a un giudice dicendo che non riusciva a vivere senza quei soldi. All’inizio le è andata bene: è riuscita a ottenere il pignoramento di una quota di una proprietà che nel frattempo l’ex marito aveva ereditato. Ma l’azione legale rischia di ribaltare clamorosamente la situazione.
Durante il processo è emerso che lei non è proprio sul lastrico: è proprietaria dell’appartamento in cui vive e di altri immobili e terreni. In due parole: ha mezzi sufficienti per tirare avanti anche senza l’assegno dell’ex compagno. Il caso è stato dibattuto davanti al giudice lunedì pomeriggio. Già il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione per l’imputato. E la sentenza, alla fine, è andata a favore dell’uomo. Per il giudice Cristina Dallagiacoma non solo non è reato aver interrotto il versamento dell’assegno divorzile alla ex che aveva una situazione più agiata, ma ha anche trasmesso gli atti alla procura della Repubblica per verificare se la donna abbia commesso il reato di falsa testimonianza.