Il preside dell'istituto, Giorgio Piva, sottolinea che i soldi richiesti servono per assicurare gli studenti che frequentano laboratori e officine e «sono a tutti gli effetti equiparati ai lavoratori». «L'anno scorso ho pagato metà retta, 60 euro, facendo sacrifici, ma questa volta non siamo riusciti a pagare - ribatte la madre del ragazzo 'esclusò dalla scuola - O prendevo i libri o pagavo la tassa.
E ho preso i libri: 200 euro». In molte occasioni, si difende il preside, le famiglie in difficoltà sono state aiutate dall'Istituto e la riscossione delle quote è sempre dilazionata e a discrezione delle famiglie stesse. Questa volta, però, conclude il preside, «non è stata fatta alcuna richiesta».