In particolare a insospettire gli inquirenti è stata una frase intercettata detta da Contrada al figlio: «non mettere in disordine. I fascicoli, le carte e i libri me li sistemo io poco alla volta», raccomandava a marzo l'ex 007.
Per i magistrati, che hanno individuato oltre alla casa anche altri due immobili da perquisire, sarebbe l'indizio della presenza di materiale interessante. Solo che al termine della ricerca gli agenti della Dia delegati alla perquisizione se ne sono andati con un album di vecchie foto che ritraggono Contrada con l'ex capo della Mobile di Palermo Boris Giuliano ucciso dalla mafia, un verbale processuale con la deposizione di un ex collega nel processo che lo vide imputato e l'inizio di una lettera, mai spedita, indirizzata al pm Nino Di Matteo in cui l'ex 007 tentava di chiarire alcuni aspetti della sua deposizione sul delitto Agostino. Contrada non è indagato per l'omicidio, ma per gli investigatori potrebbe essere la chiave per decifrare un delitto ancora senza colpevoli. Gli indagati, al momento, sono i boss Antonino Madonia e Gaetano Scotto. Per entrambi la Procura ha chiesto l'archiviazione per mancanza di elementi per procedere. Stessa sorte aveva avuto, almeno per l'omicidio, Giovanni Aiello, lo 007 noto anche come «faccia da mostro» per la profonda ferita al volto, morto l'anno scorso. Una sorta di «killer di Stato», secondo alcuni, uscito di scena processualmente, ma per l'accusa tassello centrale del giallo.
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