La prof in perizoma si faceva toccare in classe. Il video finisce in rete ma per la Procura «non lede la privacy»

La prof in perizoma si faceva toccare in classe. Il video finisce in rete ma per la Procura «non lede la privacy»
di Luca Ingegneri
2 Minuti di Lettura
Giovedì 8 Maggio 2014, 12:30 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 17:23
Potrebbe finire in archivio l’inchiesta sul video che sei anni fa aveva fatto il giro del mondo grazie a internet. Milioni di persone si erano soffermate a guardare le immagini della supplente di matematica di un liceo in provincia di Lecce, che si faceva mettere le mani nel perizoma da alcuni studenti mentre era seduta in cattedra.

La Procura di Padova, che aveva ricevuto gli atti per competenza territoriale dal Tribunale di Lecce, non ravvisa profili di responsabilità a carico di Paolo De Nadai e Francesco Nazari Fusetti, i due studenti universitari padovani creatori del sito Scuolazoo.com., l’affollatissimo zoo abitato da professori e studenti malandrini, con milioni di visitatori, che pubblicò a suo tempo il filmato sul web.



La professoressa Stefania Lombardo, quarantasei anni, residente a Monteroni, in provincia di Lecce, li accusa di violazione della privacy. La docente aveva recapitato a suo tempo al difensore dei due studenti, l’avvocato Andrea Frank, una richiesta di risarcimento di un milione di euro. Rinviati a giudizio a Lecce, De Nadai e Nazari Fusetti potrebbero stavolta uscirne indenni.



Il sostituto procuratore Federica Baccaglini sollecita l’archiviazione del fascicolo sostenendo che i promotori di Scuolazoo.com si sarebbero limitati a postare il video sul sito quando era già stato ripetutamente visto in rete.



Dal canto suo l’insegnante era consapevole di essere stata ripresa. Lo confermerebbe il brano audio in cui invita gli studenti a cancellare quelle immagini per il fatto che non era stata ripresa nel migliore dei modi. Secondo la Procura la prof di matematica non si sarebbe posta alcun problema di privacy. Non la si sentirebbe mai avvisare i ragazzi di non riprenderla in volto.



La donna avrebbe quindi consapevolmente accettato il rischio di poter essere identificata e riconosciuta in rete. Stefania Lombardo non sembra comunque disposta ad arrendersi tanto facilmente. Ha già presentato opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento. Ora toccherà al giudice per le indagini preliminari Cristina Cavaggion fissare l’udienza in camera di consiglio. A causa di quel filmato l’insegnante aveva dovuto patteggiare due anni di reclusione, con la condizionale, per atti sessuali con minori, aggravati dal ruolo di insegnante.
© RIPRODUZIONE RISERVATA