La rabbia dell'Anpi e della comunità ebraica: «Priebke farà i conti con le sue vittime nell'aldilà»

La rabbia dell'Anpi e della comunità ebraica: «Priebke farà i conti con le sue vittime nell'aldilà»
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Venerdì 11 Ottobre 2013, 16:51 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 21:11
Di fronte alla morte di Priebke non si piange e non si ride perch in nessuno dei due casi le vittime potrebbero tornare indietro, in vita. Resta l'amarezza per una figura che non si è mai pentita di ciò che ha compiuto e si è sporcata le mani di sangue come tutte le truppe naziste. Non ha mai mostrato nessun momento di cedimento e non ha mai confessato i suoi peccati di gioventù. Non si è mai pentito delle azioni criminali, non ha mai avuto pietà per le sue vittime e neanche per i loro familiari. Ora le sue vittime sono ad attenderlo lassù in cielo, nella speranza che ci sia giustizia divina». È il commento a caldo rilasciato all'Adnkronos da Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, dopo la morte di Erich Priebke. «Esistono delle certezze nella religione», continua Pacifici, «Quelli delle Fosse Ardeatine sono degli angeli e si occuperanno di lui per l'eternità. Priebke farà i conti con loro nell'altro mondo».



Più duro il presidente dell'Anpi Roma ( Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) Francesco Polcaro: «Non posso dire che piangerò. È morto un assassino che ha ucciso più persone di un serial killer, che non si è mai pentito di quello che ha fatto e che peraltro ha vissuto una vita lunghissima in parte anche felice. Per moltissimi anni infatti dopo la seconda Guerra Mondiale Priebke è stato padrone di se stesso, ha vissuto una vita normale, in Sud America, arrivando anche a diventare presidente di un'associazione culturale a Bariloche, in Argentina. Ha iniziato a scontare la sua pena da non moltissimo, dopo essere stato estradato in Italia. È naturale che una persona di cento anni muoia e non ho altri commenti da fare. Mi auguro solo che le autorità non permettano che i funerali di questa persona si trasformino in una manifestazione di apologia del nazismo. Per i partigiani resterà sempre un feroce assassino e un nazista».



Gli fa eco il vicepresidente dell'Anpi Roma, Elena Improta: «Mi auguro che questa morte non alimenti rigurgiti neonazisti. Davanti alla morte siamo tutti uguali ma di fronte a quella di un uomo che ha seminato morte occorre fermarsi a riflettere. Auspico che si apra una riflessione per tutti - sottolinea - sulla vera storia del nostro Paese».



Stessa linea anche per Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell'Anpi: «Rispettiamo la persona di fronte alla morte, ma non possiamo dimenticare le vittime delle Fosse Ardeatine. Erich Priebke è stato un criminale, al servizio di una dittatura sanguinaria».



Dura la reazione di Efraim Zuroff, direttore dell'Ufficio di Gerusalemme del Centro Wiesenthal: «Non ho mai trattato un caso di un nazista che fosse dispiaciuto o mostrasse rimorso per i suoi crimini e Erich Priebke era certamente di quel genere. La gente senza coscienza vive a lungo, e l'età avanzata non deve proteggere chi ha commesso crimini terribili, lo dobbiamo alle loro vittime. La morte di Erich Priebke all'età di 100 anni deve essere un forte monito e ricordarci che molti dei peggiori nazisti vivono in salute fino ad età avanzata e non c'è alcun motivo per ignorarli, semplicemente perché sono nati nel 1917, nel 1920 o nel 1921».
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