Caso Orlandi-Gregori, archiviata l'inchiesta sulla scomparsa delle due ragazze

Caso Orlandi-Gregori, archiviata l'inchiesta sulla scomparsa delle due ragazze
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Martedì 20 Ottobre 2015, 21:53 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 19:54
Dopo 32 anni la magistratura romana mette la parola fine all'inchiesta sulle sparizioni di Emanuela Orlandi (22 giugno 1983) e di Mirella Gregori (7 maggio 1983), all'epoca entrambe quindicenni.



Con un provvedimento notificato oggi ai legali delle due famiglie, il gip Giovanni Giorgianni ha respinto l'opposizione alla richiesta di archiviazione fatta nei mesi scorsi dalla procura. Vuol dire che non ci saranno più indagini sui due episodi a meno che la Cassazione, in caso di ricorso delle famiglie, non disponga diversamente, o che non emergano nuovi fatti. In archivio vanno dunque le posizioni di sei indagati per concorso in omicidio e sequestro di persona: sono monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant'Apollinare (dove è stato sepolto a lungo Enrico De Pedis), Sergio Virtù, autista dello stesso boss della Banda della Magliana, Angelo Cassani, detto «Ciletto», Gianfranco Cerboni, («Giggetto»), Sabrina Minardi, già supertestimone dell'inchiesta, ed il fotografo Marco Accetti.



Alla base dell'archiviazione, sollecitata dal procuratore Giuseppe Pignatone e dai sostituti Simona Maisto ed Ilaria Calò, l'inconsistenza degli elementi probatori raccolti. Elementi, scrive il gip nel decreto, insufficienti «a sostenere l'accusa in giudizio e a giustificare un vaglio dibattimentale». Secondo il gip Giorgianni «non paiono utilmente esperibili ulteriori indagini con la finalità di valorizzare quegli elementi dotati di una più significativa, ancorchè incongruente, pregnanza investigativa». Sulla vicende Orlandi-Gregori rimane aperto un procedimento: quello che vede Accetti, indicato dal gip come soggetto caratterizzato da «smania di protagonismo», indagato per calunnia ed autocalunnia.



A continuare ora battaglia saranno i familiari di Emanuela e di Mirella. «Non ci arrendiamo - ha dichiarato Pietro Orlandi - vogliamo la verità.
Valuteremo con i nostri legali le azioni da intraprendere, anche il ricorso in Cassazione». «Rinnovo quindi - ha concluso - l'appello a Papa Francesco perchè ci possa aiutare ad arrivare alla verità».
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